Ingredienti: per 6 persone
Per la pasta:
300 g di farina
150 g di burro
2 uova
10 g di zucchero
1 limone
1 bustina di vanillina
Per la crema di mandorle:
125 g di mandorle spellate e macinate
125 g di zucchero a velo
125 g di burro
2 uova
Per la crema pasticciera:
25 g di farina
100 g di zucchero
500 g di latte
4 tuorli
25 g di maizena
2 limoni
1 stecca di vaniglia
Preparazione: 30 min. + 12 ore in frigo + 40’ di cottura
- Preparate la pasta: montate le uova con lo zucchero e il burro, aggiungete la farina, la vanillina e la buccia grattugiata del limone.
- Avvolgete la pasta nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per una notte.
- Preparate la crema di mandorle: frullate alla massima velocità il burro con lo zucchero e la farina di mandorle aggiungendo un uovo alla volta.
- Tenete da parte.
- Preparate la crema pasticciera: in una casseruola portate a bollore il latte con una striscia di buccia di limone e la stecca di vaniglia, mescolate e tenete da parte.
- In un’altra casseruola montate delicatamente i tuorli con lo zucchero sino a renderli bianchi e spumosi, poi incorporatevi, sempre mescolando, la farina e la maizena.
- Diluite il composto con il latte bollente passato da un colino a trama fine e cuocete la crema per cinque minuti sempre mescolando.
- Ritirate e lasciate raffreddare.
- Stendete 3/4 della pasta a disco.
- Imburrate e infarinate una tortiera di 28 centimetri di diametro, adagiatevi il disco, copritelo con carta d’alluminio, cospargetela di fagioli secchi e cuocete in forno a 200° per dieci minuti.
- Grattugiate la buccia di due limoni e poi spellandoli al vivo estraete gli spicchi.
- Mescolate la crema di mandorle con quella pasticciera, la buccia grattugiata e gli spicchi dei limoni.
- Versate l’impasto ottenuto nella tortiera.
- Con la restante pasta tirate un disco sottile, adagiatelo sul ripieno in modo che lo ricopra fino ai bordi; pressate con delicatezza tutt’intorno e spennellate la superficie con l’uovo sbattuto.
- Cuocete la torta in forno caldo a 170° per circa venticinque minuti.
- Servite il dolce tiepido cosparso di zucchero a velo.
Quanto nutre una porzione: 1011 calorie
Vino consigliato: Bianco-Moscato Passito di Pantelleria
Il Moscato di Pantelleria è un vino a DOC. che può essere prodotto esclusivamente nell'Isola di Pantelleria in provincia di Trapani.
Il Moscato di Pantelleria (sinonimo Zibibbo) è prodotto con la cultivar Moscato d'Alessandria, come tutti i moscati ha aromi tipici di moscato, dovuti principalmente a alcuni terpeni, di cui il linalolo è in questo vino il maggior rappresentante; se ne può avere un'idea anche masticando l'uva Italia e ponendo attenzione all'aroma retrolfattivo che si sprigiona.
Capo Zebib sembra sia il luogo di origine, di fronte Pantelleria in Africa, che rimanda ad un'importazione araba. Le fonti, a tal proposito, sono il Mendolia. Altre fonti, il Salomon, individuano l'origine in Alessandria d'Egitto da dove il nome di Moscato d'Alessandria.
Il Cupani per primo cita lo Zibibbo di Sicilia nell'anno 1696, ma c'era chi molto prima sottolineava il fatto che gli arabi chiamassero tale tipo di vite Zibibi. Il Nicosia vede nel M.d'A. una varietà di vite ideale per le pergole (1735).
Se nell'Ottocento lo Zibibbo era diffuso a Pantelleria fu di certo il Novecento a sancire l'exploit infatti è di questo periodo una produzione di poco inferiore agli 80.000 q.li di uva e poco meno di 15.000 hl di vino moscato (Scarponi). Tale cultivar tuttora continua ad essere la prima nella realizzazione di nuovi impianti.
È un vino da servire ad una temperatura di 10-12 gradi in bicchieri a tulipano medio piccoli ed è preferibile abbinarlo a formaggi erborinati accompagnati da confetture ottenute dal medesimo vino o dolci da forno, paste di mandorla, cannolo siciliano, cassata siciliana e anche gelati al pistacchio o alla ricotta; abbinamento più ardito può essere con il foie gras.
Pantelleria è un’isola di origine vulcanica. Nelle sue fertili terre si coltiva un vitigno antico, il Moscato d'Alessandria o Zibibbo, dall'arabo zabib, che significa frutta appassita al sole.Per secoli la tradizione di produrre vino da uve appassite al sole è stata mantenuta in vita dai vignaioli panteschi, rendendo così possibile ancora oggi assaporare i sapori antichi di una cultura millenaria, tra cui primeggia il Moscato di Pantelleria doc. Vino voluttuoso, di grande piacevolezza: lo sapeva bene Giacomo Casanova, che ne offriva sempre un bicchierino alle belle prima di farle cadere nelle sue braccia. Sulle terrazze pantesche, in perfetta armonia con orzo, grano e capperi, crescono i vitigni di zibibbo dai quali si ricava il Moscato di Pantelleria.
Questo vino è prodotto da tempo immemorabile nell’isola di Pantelleria – sembra risalire già all'epoca dell'occupazione di Roma dell'isola – e può vantare una storia costellata di importanti riconoscimenti.
Premiato nel ’900 all'Esposizione di Parigi, fu inserito nel 1936 tra i vini tipici italiani per il suo "aroma delicato e fine e per il suo sapore vellutato, dolce, carezzevole, generoso", e ottenne la denominazione di origine controllata nel 1971, terzo tra i vini siciliani.
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