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dicembre 28, 2011


I Petrali sono dei dolci tipici di Reggio Calabria.


Sono dei dolci di pastafrolla ripieni a forma di mezzaluna, con all'interno un ripieno ottenuto facendo macerare per molti giorni nel vin cotto e nel caffè zuccherato un tritato di fichi secchi, noci, mandorle, buccia di arancia e di mandarino.


L'esterno è di solito guarnito con una spennellata di rosso d'uovo sbattuto e diavoletti colorati (piccole palline di zucchero colorate); alternativamente posso essere guarniti con glassa di zucchero, con cioccolato fondente o cioccolato bianco.


Tali dolci vengono usualmente preparati e consumati durante le festività natalizie.


  • Ingredienti:

Per il ripieno:

1/2 kg. di mandorle
1 kg. di noci
1/2 kg. di fichi
1 tazza di cioccolato amaro in polvere
1 tazza di caffè
1 tazza di mosto cotto
4 cucchiai abbondanti di miele
marmellata
cannella
cioccolato fondente a pezzi piccoli

Per la sfoglia:

1 kg. di farina
5 uova intere
300 g. di zucchero
2 bustine di vaniglia
400 g. di burro
2 bustine di lievito
la buccia grattugiata di un limone


Preparazione:

  • Sgusciate le mandorle, pelatele e fatele tostare in forno. 
  • Sgusciate le noci. 
  • Quindi prendete le mandorle le noci e fichi macinateli, mescolateli a quattro o cinque cucchiai abbondanti di miele.
  • Aggiungete, poco alla volta alternando, un poco di caffè, di cioccolato e di mosto cotto, marmellata una confezione, cioccolato fondente a pezzi e cannella .
  • Continuate in questo modo fino alla fine degli ingredienti, sempre mescolando, fino ad ottenere una pasta ben amalgamata.
  • Coprite con un coperchio e lasciate riposare per almeno un giorno. 
  • Per la sfoglia di copertura fate un cerchio con la farina e nel foro centrale mescolate tutti gli ingredienti partendo dallo zucchero come base, poi le uova, e poi tutto il resto fino al lievito che va aggiunto per ultimo. 
  • Mescolate bene e poi rapidamente unitevi la farina lavorando il tutto molto delicatamente fino ad ottenere una pasta liscia e compatta.
  • Fatene una palla e copritela con un tovagliolo bianco bagnato. 
  • Fatela riposare una diecina di minuti. Intanto scaldate il forno a 200 ºC. 
  • Prendendo un pezzetto di pasta per volta, tiratela in una sfoglia non molto sottile.
  • Con il ripieno fate delle strisce compatte alte un dito sopra la sfoglia. 
  • Quindi, girate la parte su se stessa in modo da coprire il ripieno per intero.
  • Con la rotellina da dolci separate dal resto della sfoglia il rotolo ottenuto e con un coltello bagnato fate dei tagli trasversali formando delle mattonelle che metterete da parte. 
  • Quando avete esaurito gli ingredienti, preparate delle teglie da forno unte e infarinate.
  • Sistematevi sopra i dolci ad una giusta distanza, in modo che cocendo non si uniscano tra di loro. Infornate e fate cuocere fino a che non abbiano preso un buon colore dorato in superficie.
  • Levateli allora dal forno e copriteli con un velo di di cioccolato fondente sciolto a bagno maria sulla quale verserete a pioggia delle mandorlle.
  • Fate asciugare e raffreddare bene prima di riporli.
  • E' un pò lungo come procedimento, ma ne vale la pena fidatevi.

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dicembre 26, 2011


Le nacatole sono dolci tradizionali della Calabria. L'area di produzione e in particolare è il territorio del comprensorio della Locride, in Provincia di Reggio Calabria e in pochi altri comuni della Calabria.


Le nacatole sono dei dolci tradizionali di origine antica, di forme diverse, che vengono preparati nelle famiglie e nelle pasticcerie locali, durante il periodo natalizio. Si preparano una settimana prima di Natale come segno beneaugurale e non possono mancare nel cenone di fine anno. Vengono pure commercializzate nei negozi di pasticcerie. 

Questo tipico dolce viene consumato e si sposa magnificamente con i classici vini locali da dessert (assimilabili per molti versi ai cantucci col vinsanto). La mattina, invece, a colazione, si associa molto bene con il latte fresco. L'area di produzione è il territorio del comprensorio della Locride e in pochi Comuni della Calabria.


  • Ingredienti:

1 kg di Farina
4 uova intere
2 tuorli
1 bustina di vanillina
zucchero 230g
1 bicchiere di anice
1 noce di burro sciolto

Preparazione:

  • Unire tutti gli ingredienti, senza seguire un particolare ordine.
  • Impastare finchè non si ottiene un panetto omogeneo, dopodichè stendere in sfoglie sottili con un mattarello.
  • Dare le forme che più piacciono (si consiglino formine per biscotti).
  • Dopodichè friggere in olio ben caldo finchè non risultano dorate.
  • Far asciugare in carta da cucina assorbente e servire guarnite da zucchero a velo.

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dicembre 23, 2011


La Calabria celebra le festività e gli eventi familiari con particolari dolci alcuni dei quali prevedono la frittura in olio bollente come i cururicchi (dolci fritti di patate), i cannariculi (biscotti al vino cotto e miele), leanime beate (dolcetti di farina, fritti e irrorati di miele), la cicerata (biscotti a base di ceci, zucchero, cacao amaro, liquore secco, cannella, fritti nell’olio con una spolverata di zucchero a velo), i calzoni ed i ravioli

E poi… i fichi chini lavorati secondo un’antica tradizione romana ripresa nel Medioevo, aperti senza staccare il picciolo, farciti con frutta secca e sovrapposti a crocetta, quattro a quattro, con un chiaro simbolismo religioso, la pitta ‘mpigliata, i penicilli, (uva passita e cedro candito passati in forno su foglie di cedro), lo stomatico (biscotto secco di zucchero caramellato, farina, olio, chiodi di garofano e cannella), le nepitelle (dal latino nepitedum, palpebre, dalla forma simile a un occhio chiuso, fatte con pasta ripiena di uova, frutta candita e mandorle), i mostaccioli (farina, zucchero, miele, mandorle, uova, cannella, chiodi di garofano, arance), la copeta (semi di sesamo, mandorle tostate, zucchero, miele, mosto cotto, bucce di mandarino, garofano, cannella).

Ed ancora… il torrone gelato di Reggio Calabria che nulla ha a che vedere con il gelato, trattandosi di un torrone morbido costituito da zucchero a velo impastato con essenze, mandorle e frutta candita a pezzetti; al tutto viene data la forma di tronco o di mattone e avvolto da uno strato di cioccolato, pronto per essere affettato e addentato. Se si ha ancora desiderio di dolci: susumell, pignolata (con glassa bianca al limone e nera al cioccolato), mustazzuoli, cuzzupa, petrali, pipareddi, giuggiulena

  • Ingredienti:

1 kg di patate,
1 kg di farina,
1 cubetto di lievito.

Preparazione:

  • Lessare le patate e schiacciarle, aggiungere la farina e il lievito. 
  • Lavorare il composto, fare dei rotolini di pasta e tagliarli, dando la forma che si vede in foto. 
  • Friggere, assorbire su carta da cucina e a piacere cospargere di zucchero a velo.

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dicembre 22, 2011


I cavallucci sono biscotti tipici toscani di origine Toscana. Sono composti da un impasto molto consistente aromatizzato con spezie e arricchito di noci.

Sono dolci di antiche origini, preparati per conservarsi a lungo, e già diffusi ai tempi di Lorenzo il Magnifico con il nome di Biriquocoli. Gli ingredienti tipici sono miele e più recentemente zucchero, farina, noci, spezie e canditi raffinati. Col passare del tempo presero il nome di cavallucci, perché venivano offerti soprattutto nelle osterie di campagna, dove si fermavano diligenze e barrocci e venivano consumati dai conducenti di cavalli e dai passanti.

I cavallucci vengono serviti vini liquorosi nei quali vengono solitamente inzuppati: Vin santo, Marsala, Passito di Pantelleria, Asti Spumante o Moscato.

  • Ingredienti:

gr. 300 di farina bianca,
gr. 300 di zucchero semolato,
gr. 300 di noci sgusciate,
gr. 50 di scorza di arancia candita,
gr. 15 di anice,
gr. 5 di spezie e cannella in polvere.


Preparazione:

  • Tritare grossolanamente le noci e tagliare a dadini l'arancio.
  • Mettere sul fuoco lo zucchero con 1/3 del suo peso di acqua e quando è ridotto a cottura di filo gettarvi tutti gli ingredienti. 
  • Mescolare il tutto, versare il composto sulla spianatoia sopra la farina e impastare fino ad ottenere una pasta di una certa consistenza, se necessario aggiungere altra farina.
  • Dividerla poi in tanti piccoli pezzi e formare quindi a mano i cavallucci dando alla pasta una forma ovale.
  • Spolverizzare di farina la superficie, sistemare i cavallucci in una teglia e metterli in forno a fuoco moderato.

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dicembre 21, 2011

I cantucci rappresentano una delle migliori espressioni della biscotteria toscana, ma non solo toscana, italiana.

La loro origine e storia non è così certa e chiara come si potrebbe pensare e lo stesso si può dire della ricetta che nel tempo ha subito non poche rivisitazioni.

Qualche nota storica però c’è: l’Accademia della Crusca nel 1691 ne diede la seguente definizione "biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d'uovo". A quel tempo i più famosi cantucci erano prodotti a Pisa e non contenevano mandorle che comparvero solo in un secondo momento in alcune varianti, quali i "biscottelli" dell'epoca di Caterina de' Medici, dalla seconda metà dell’800 però la mandorla divenne l’ingrediente caratterizzante dei cantucci.

La prima ricetta documentata è un manoscritto, conservato nell'archivio di stato di Prato, di Amadio Baldanzi, un erudito pratese del XVIII secolo.

Nel XIX secolo Antonio Mattei, pasticciere di Prato, ne mise a punto una ricetta divenuta poi classica, che gli valse numerosi premi in Italia e all'estero.

Ancora oggi, se vi trovate a Prato, potrete trovare il biscottificio Mattei considerato il depositario degli autentici cantucci.

Oggi i cantucci si trovano in qualsiasi angolo della toscana (e del mondo) e in ogni città potrete gustarne una variante diversa: chi usa il burro, chi usa l’olio, chi tosta le mandorle, chi aggiunge buccia di limone o i semi di anice... anche la tecnica e i tempi di cottura influiscono sul risultato finale, insomma questo buonissimo biscotto, semplice negli ingredienti ma ricco nel gusto, si presta a numerose interpretazioni.

Qui vi proponiamo una ricetta facile ma dal successo garantito, provatela e soprattutto accompagnatela da dell’ottimo Vin Santo, eccola..

  • Ingredienti: 

250 gr farina
200 gr zucchero
200 gr mandorle (con la buccia e tostate in forno)
una bustina di vanillina
2 uova intere
2 cucchiaini di lievito per dolci


Preparazione:

  • La prima cosa da fare è preparare le mandorle: fatele tostare sulla placca del forno per 10 minuti a 180°, appena iniziano a emanare il profumo caratteristico toglietele dal forno e fatele raffreddare 5 minuti, poi tagliatele grossolanamente con un coltello.
  • In una ciotola mettete farina, lievito, zucchero, vanillina, aggiungete le due uova e iniziate a impastare con una forchetta che poi abbandonerete per usare le mani: create velocemente un panetto omogeneo a cui ammalgamare le mandorle.
  • Ora dividete l’impasto ottenuto in tre parti e con ognuna create un filoncino, leggermente appiattito che metterete sulla placca del forno ricoperta di carta forno.
  • Infornate a 180° per circa 15 minuti, quando sono leggermente dorati estraeteli e fateli raffreddare 5 minuti.
  • Tagliate ogni filone in tanti biscotti della larghezza di circa 1 cm e rimetteteli a cuocere sottosopra per altri 10 minuti (a seconda che li si voglia più o meno croccanti si può variare la durata della cottura finale.
  • Tenete comunque presente che quando li sfornerete, raffreddandosi diventeranno più duri).
  • Una variante consigliata è l’aggiunta all’impasto della buccia di mezzo limone: donerà ai biscotti un sapore più elegante e raffinato.
  • Questi cantucci si conservano a lungo dentro una scatola e farete un figurone se li userete come omaggio natalizio confezionandoli in sacchetini trasparenti chiusi con un nastro.

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dicembre 20, 2011

E' uno dei dolci meno conosciuti tra i prodotti dolciari natalizi senesi, eppure è una squisitezza tra le più costose. Detta anche cupata (dall’arabo “qubbiat”, mandorlato), è un antichissimo, piccolo dolce rotondo toscano, specialità della zona di Siena.

Chiaro o scuro, è a base di croccante preparato con miele, noci e anice e racchiuso tra due ostie.

Con ricette poco variate si preparano dolci simili anche in altre regioni italiane: cubbaita in Sicilia ,copete in Basilicata, copeta o cupeta in Puglia, cuppet in Lombardia

Da chiarire che non è un derivato del torrone, in quanto l’impasto di miele ed albumi era molto usato in pasticceria per tutto il Medioevo ed utilizzato per accompagnare ogni tipo di dolci. A Siena fu utilizzato per la confezione delle copate, aggiungendo mandorle tritate e tostate nelle copate bianche. Le prime copate furono però quelle nere, senza albume, a cui si aggiunse, nel 1700 il cacao.

Attualmente si trovano in commercio solo quelle bianche, sembra pero’ che quelle nere siano più saporite.

Le dosi sono industriali, ma se le dividerete per 10 vengono in numero sufficiente per un pranzo natalizio.



Copate bianche.


  • Ingredienti

900 gr di miele
150 gr di zucchero
400 gr di mandorle sbucciate e tostate e tritate
sei albumi d'uovo



Preparazione: 

  • Cuocere, a fuoco basso, zucchero e miele, dopo circa una mezz'ora di cottura si aggiungono gli albumi montati a neve e rimestare sino a che il preparato non avrà raggiunto una certa consistenza.
  • Unire ora le mandorle tritate più circa 100 grammi di zucchero a velo vanigliato. tenendo il recipiente al caldo prelevare piccole porzioni per preparare le "copate". per semplicità.
  • Se ne prende una dose, si forma a cilindro sul tavolo usando, perché non si appiccichi, amido di grano. si tagliano dal cilindro tiepido le porzioni desiderate da mettere entro le "cialde".
  • Lasciare riposare per qualche ora prima di servire fredde.

Copate nere.


  • Ingredienti

zucchero
miele
mandorla sbucciate tostate e tritate
gherigli di noci



Preparazione: 

  • Cuocere, una miscela di zucchero e miele, in parti uguali, al caramello, piuttosto spinto, sino a che quasi non brucia. 
  • Allora, nell’impasto fumante aggiungere ogni 500 gr di zucchero e 500 gr di miele, circa 1 kg e 200 di mandorle tostare e tritate mescolate a noci (solo gherigli scelti) che abbiano subito lo stesso trattamento.
  • Mettere mandorle e noci ben calde nell’impasto dolce fumante. 
  • Togliere dal fuoco dopo aver energicamente rimestato. 
  • Mettere a piccole porzioni tra due “cialde” tonde, come quelle che si usavano in farmacia per prendere le medicine e servire fredda


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