Sia il nome di questi panzerotti farciti di crema, “chinulìlle”, sia quello della torta ripiena, “chjina”, derivano dal vocabolo latino “plenus”, che vuol dire “pieno”.
Ingredienti: per 4 persone
500 g di farina
4 uova
50 g di zucchero
olio per friggere
zucchero a velo
cannella
garofano in polvere
miele
sale
Per il ripieno:
300 g di ricotta
buccia grattugiata di 1/2 limone e di 1/2 arancia
cognac
Preparazione: 1 ora e 30’ + 45’ di cottura
- Schiacciate la ricotta con la forchetta e passatela al setaccio per renderla cremosa.
- Profumatela con le bucce grattugiate di limone e d’arancia, ammorbiditela con un po’ di cognac.
- Sul piano di lavoro disponete la farina a fontana, al centro sgusciate tre uova, aggiungete lo zucchero e un pizzico di sale.
- Impastate e lavorate il composto per 30 minuti.
- Dividete la pasta in due e tirate due sfoglie molto sottili.
- Spalmatene una con il restante uovo sbattuto insieme a un po’ d’acqua, sopra, a uguale distanza, distribuite mucchietti di ripieno.
- Ricoprite con l’altra sfoglia, premete bene intorno al ripieno e ritagliate i ravioli in forma rotonda o quadrata a piacere.
- Friggeteli in abbondante olio caldo.
- Sgocciolateli quando sono dorati e asciugateli su carta assorbente.
- Trasferiteli sul piatto da portata, cospargeteli di zucchero a velo, cannella, garofano in polvere e miele.
- Servite.
Quanto nutre una porzione: 315 calorie
Vino consigliato: Greco di bianco
Greco di Bianco è il termine che indica il vitigno tipico della fascia costiera reggina sul versante ionico nel territorio del comune di Bianco (RC), nonché l'omonimo vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Reggio di Calabria ed in particolare principalmente nel territorio di Bianco, da cui prende il nome, e il comune limitrofo di Casignana, sulla Costa dei gelsomini.
Il Greco di Bianco è ritenuto il vino più antico d'Italia insieme al Moscato di Siracusa: la vite dalla quale si ricava il Greco di Bianco ha origini molto remote: si ritiene che il primo tralcio sia arrivato in Calabria, nel territorio di Bianco, già nel VII secolo a.C., quando i Greci sbarcarono presso il promontorio Zefirio (oggi chiamato Capo Bruzzano).
Il grappolo del vitigno Greco B. di Bianco è lungo, spargolo, può arrivare ad una lunghezza massima di 60 centimetri. Gli acini sono piccoli e rotondeggianti, vinaccioli molto sviluppati e, quindi, con poca polpa e la buccia sottilissima.
Il sistema di allevamento più utilizzato è il cordone speronato orizzontale bilaterale. I tralci arrivano fino a 7 metri di lunghezza e si adornano di foglie pentalobate, lucide nella pagina superiore e quasi tomentose nella pagina inferiore, tipiche di queste viti. Altro sistema di allevamento, oramai praticato solo su vecchi vigneti, è l'alberello.
Il vitigno ha una resa media in uva fresca di circa 100 q/ha. L’uva, prima di essere spremuta viene appassita su graticci di canne fino a quando non si è registrato un calo minimo del 35%.
Il Greco di Bianco non può essere messo in commercio prima di un anno dalla vendemmia.
La pianta trovò lungo questo tratto di terra caratteristiche climatiche simili a quelle d'origine.
Nel 1966 il Greco di Bianco ha raggiunto un livello molto basso di produzione, ragion per cui fu fondata a Bianco una cooperativa agricola, con il fine di valorizzarne e standardizzarne la produzione. L'obiettivo è stato raggiunto nel 1980, anno in cui il Greco di Bianco ha avuto il riconoscimento del marchio DOC.
Abbinamenti:
Pasticceria secca, dolci a base di pasta di mandorle (temperatura di servizio consigliata: 14°-16 °)
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Indicazioni chiare e dettagliate su come preparare questa ricetta. Complimenti
RispondiEliminaSono dolci tipici della provincia di Cosenza. Si confezionano a Natale e si usa servirle accompagnate da un buon passito
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