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dicembre 18, 2020

 Spero che ti piacciano questi morbidi biscotti alla vaniglia con un pizzico di espresso. Sono perfetti da soli o immersi nel tuo caffè dopo cena!


Ingredienti:

2 tazze di farina per tutti gli usi

1/4 cucchiaino di cannella in polvere

1 cucchiaino di vaniglia

1 baccello di vaniglia, raschiato

1 tazza di burro non salato ammorbidito

1 cucchiaio di caffè espresso istantaneo

2/3 di tazza di zucchero a velo

Preparazione.



Preriscaldare il forno e rivestire la teglia con la pergamena. Sbattere il burro fino a che liscio a velocità media in una grande ciotola. Quindi ridurre la velocità del mixer e aggiungere l'espresso, lo zucchero a velo, la cannella, la vaniglia e il baccello di vaniglia.

Aggiungere la farina e sbattere fino a quando non è ben amalgamata.

Arrotolare l'impasto in palline da 1 pollice. Quindi posizionarli a 2 pollici l'uno dall'altro sulla teglia e premere per appiattirli leggermente.

Cottura.



Cuocere fino a quando i bordi si saranno stabilizzati per circa 12 minuti. Quindi trasferire i biscotti morbidi su una gratella e lasciare raffreddare completamente.


Puoi conservare questi morbidi biscotti alla vaniglia per un massimo di 3 giorni a temperatura ambiente in un contenitore ermetico o per un massimo di 3 mesi nel congelatore.


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novembre 11, 2020

 Cosa fai con le banane troppo mature? 

Ne approfitto per fare biscotti, frittelle o frullati… ma questa volta ho fatto una mini torta al cioccolato e banana. 

È abbastanza facile da fare e anche con questa torta puoi porre fine a quelle voglie di qualcosa di dolce ... e nel modo più sano possibile.


Ingredienti.

2 banane mature

2 uova

½ tazza di latte di cocco

Estratto di Stevia a piacere

1 tazza e ½ di farina d'avena

1 cucchiaino di lievito in polvere

1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Cioccolato fondente 70% cacao


Preparazione.



FASE 1: schiacciare le banane in una purea. Quindi il resto degli ingredienti liquidi: uova, latte di cocco ed estratto di vaniglia.


Mescola tutto molto bene fino a quando non si integra.


CONSIGLIO: invece di mescolare manualmente gli ingredienti liquidi, potete metterli nel frullatore o nel robot da cucina e in questo modo otterrete un composto molto più omogeneo.


➮FASE 2: aggiungere gli ingredienti secchi: lievito in polvere e farina d'avena. Puoi aggiungere la cannella se vuoi (non ne avevo una). Mescolare tutto molto bene fino a quando il composto non contiene grumi.


➮FASE 3: Opzionalmente è possibile aggiungere pezzi di cioccolato fondente al 70% di cacao o una percentuale maggiore. Versate il composto in uno stampo precedentemente unto e infarinato o ricoperto di carta forno. Infornare alla temperatura di 180 ° C per circa 40 minuti o fino a quando il centro della torta con un coltello o uno stuzzicadenti non sarà completamente asciutto.



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ottobre 15, 2020

Oggi vi porto una ricetta deliziosa, si chiama Mini Pavlovas, è un dolce conteso tra Australia e Nuova Zelanda.


Se ci sono dubbi sulla sua origine non ci sono dubbi sul significato del nome: è stato creato in onore della famosa ballerina Anna Pavlova.


Fin da piccola adoro tutti i dolci che hanno a che fare con le meringhe, e quando ho visto questo sono rimasta affascinata. 


Si ispirano ad un dolce estivo d'origine australiana, ma a differenza della classica pavlova sono in versione monoporzione!


Quindi a volte lo preparo in modo che esca sempre meglio.

  • 2 albumi d'uovo
  • un pizzico di sale
  • 1 cucchiaio di succo di limone o aceto
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia
  • 100 gr di zucchero
  • 1 cucchiaio di amido di mais (amido di mais)

  • Mettere gli albumi in una ciotola e aggiungere il pizzico di sale, mescolare con uno sbattitore a mano alla massima velocità.
  • Quando i bianchi iniziano a lievitare, aggiungere il limone e la vaniglia.
  • Continuate a battere, quindi aggiungete lo zucchero in più parti sotto forma di pioggia e infine la maizena.
  • Mescolare fino a raggiungere la punta della neve.
  • Posizionare il composto in una sac à poche con beccuccio, preparare una teglia con carta oleata e preriscaldare il forno a 170 gradi.
  • Versare il composto nella teglia sotto forma di rosette di circa 5 cm.
  • Ripetere il passaggio fino a riempire la teglia e portare in forno per 45 minuti, sfornare e lasciare raffreddare.

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settembre 10, 2020

Un modo piacevole per rifuggire la calura e la sensazione estenuante data dall’afa è probabilmente quello di mangiare un buon gelato.

Le gelaterie offrono una notevole quantità di gusti e molte e discordi appaiono le opinioni su quale sia il miglior gelato proposto sul mercato, come sia fatto, quali siano le materie con cui lo si produce.

Qual è, tuttavia, l’origine del gelato? Chi è stato l’inventore che ha reso questo incredibile servizio all’umanità?

Dopo aver fatto una rapida ricerca in internet ho trovato qualche notizia interessante che mi piace sottoporre all’attenzione di chi legge.

Fin dall’antichità l’uso di refrigerare frutta e sostanze dolci era assai diffuso, specialmente in Oriente.
Qual è l’origine del gelato?

Storia del gelato.


Gli antichi Romani potevano attingere alle riserve nevose dell’Etna e del Vesuvio per poter preparare gustosi sorbetti: secondo Plinio il Vecchio, per prepararne mescolavano ghiaccio tritato, miele e frutta, creando così una sorta di crema dolce e gustosa.



Durante il Medioevo, tuttavia, le invasioni barbariche e i lunghi periodi di guerre che si susseguirono fecero cadere in disuso in Occidente questa dolce abitudine e solo gli Arabi l’hanno reintrodotta successivamente in Sicilia.

Il vero inventore del gelato.


Chi sia stato, tuttavia, il vero inventore del gelato non è facile da stabilirsi: è noto che l’architetto fiorentino Buontalenti (che sembra sia stato anche l’inventore di una delle prime macchine per fare il gelato) si dilettasse di cucina e riuscisse a creare fantastici ed elaborati dolci di ghiaccio amalgamando crema e anche frutta.

Non a caso tutt’oggi in quasi tutte le gelaterie fiorentine è possibile assaggiare la deliziosa crema Buontalenti. Inoltre tale Ruggeri, secondo alcuni pollivendolo, secondo altri macellaio, si dice che abbia partecipato a un concorso indetto da Caterina de’ Medici per il piatto più originale.
Curiosità, origini e caratteristiche del gelato, il più famoso dei dolci italiani.Twitta
Il Ruggeri riuscì a guadagnarsi il primo premio e anche una notevole fama tramite una composta di frutta, ghiaccio e zucchero: tale fu il plauso che ne ricevette da essere costretto a riproporlo anche alla corte di Francia.

Infine è opportuno ricordare anche il nome di Francesco Procopio dei Coltelli, che nel 1686 aprì a Parigi il Café de Procope dove propose delle “acque gelate” di frutta, crema gelato dal composto particolarmente omogeneo.

La nascita del Cono.

Un gelataio cadorino Italo Marchioni nel 1903 inventò il cono gelato.

Risale circa al 1884 una delle maggiormente note rivendite commerciali di gelato italiane, realizzato tramite raffreddamento di gelato, zucchero e grossi mastelli di "salamoia", che cominciò la propria attività a Torino.

Era l'inizio della gelateria Pepino che ancora oggi produce gelati nel capoluogo piemontese. Tale rivendita fu certamente la prima nel nord Italia a portare il gelato a un livello popolare e l'unica a potersi fregiare dei Brevetti di Fornitore di Casa Reale.

Tra le varie scuole che si sono distinte nel tempo nella fabbricazione ed esportazione all'estero della cultura italiana del gelato merita citazione quella veneta, in particolare quella della Val di Zoldo, del Cadore della provincia di Belluno, che ha saputo farsi apprezzare in tutto il mondo.



In particolare un gelataio cadorino Italo Marchioni nel 1903 inventò il cono gelato, ovvero un contenitore fatto di cialda con la parte aperta verso l'alto da riempire con il gelato (a palline o con una spatola), contribuendo con questa innovazione ad incrementare la popolarità e la diffusione del gelato italiano.

5 Ricette con dolci gelati.


Gelato di cocomero.





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agosto 13, 2020

Il pranzo  della domenica, una merenda golosa, un compleanno da festeggiare o semplicemente per cominciare bene la giornata assaporando una fra le tante crostate e torte preparate con le tue mani.

Oppure come in questo caso una deliziosa mousse al cioccolato.

Ogni occasione è buona per creare un dolce o una torta sfiziosa che farà contenta tutta la famiglia.

Che sia al cioccolato o con tanta panna, non ti resta che decidere quale preparare!


La Ricetta.

 per 4 persone





165 g di certosa
60 g di panna fresca da montare
20 g di zucchero
20 g di cacao amaro
50 g di cioccolato fondente
biscotti tipo lingue di gatto
La mousse al cioccolato servita in piccole coppette assume un tocco di classe.Twitta
 20'


  • Per preparare la mousse al cioccolato, in una grande ciotola mescolate bene e delicatamente la certosa con la panna liquida, lo zucchero e il cacao amaro setacciato in modo che non rimangano grumi.
  • Montate il composto a bassa velocità con la frusta fino a quando diventerà soffice.
  • Ponete la mousse così ottenuta in un sac à poche dalla punta tonda e riempite le varie coppe riponendole in frigo un paio d'ore, fino al momento di servire.
  • Dopo averla prelevata dal frigorifero, servite la mousse al cioccolato decorandola con scaglie di cioccolato fondente grattugiato o con biscotti tipo lingue di gatto.
Leggi anche: Come preparare il Moelleux au Choccolat fatto seguendo scrupolosamente la ricetta originale.

Curiosità.

Bianco, fondente e al latte, da sempre il cioccolato è considerato l’oro dei Maya; già conosciuto ed apprezzato ai loro tempi, è stato maggiormente valorizzato ai giorni nostri diventando un prodotto largamente utilizzato in pasticceria.

La bontà del cioccolato dipende dalla percentuale di burro di cacao in esso presente.

Lo si può trovare in molte golose preparazioni: dai budini al gelato, dalle crostate alle torte da forno.

Comunque lo si gusti il suo sapore riempie la bocca di gusto e lo spirito di gioia. 


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luglio 11, 2020

Il  budino di riso è una delizioso dolce al cucchiaio di origine inglese.

Può essere servito sia caldo che freddo, in base alla stagione in cui viene preparato: nella versione calda sarà pià morbido e cremoso mentre, nella versione fredda, sarà più compatto.

Il budino di riso si può gustare a colazione caldo oppure può essere servito come dopo pasto in comode monoporzioni.


Ecco  la ricetta passo a passo.


per 5 porzioni.

 

  • 7 dl.  latte 
  • 100 gr.  riso 
  • 50 gr.  zucchero 
  • 20 gr.  burro 
  • 1 uovo intero  
  • la scorza di un limone grattugiata  
  • sale

  

  • Cuocete il riso in sei decilitri di latte e a mezza cottura versate nel medesimo gli ingredienti, escluso lo zucchero. 
  • Rimuovere spesso coo il mestolo perchè tende ad attaccare e quando si sarà ristretto levare da fuoco e aggiungere il latte rimanente. 
  •  Prendere uno stampo con buco  facendo attenzione che il composto  risulti alto elmeno 2 cm. 


  • Versare lo zucchero e mettere a fuoco dolce finchè lo zucchero risulti sciolto e marrone chiaro.
  • Versate il riso nello stampo e cuocere a bagno maria.  
  • Attendere che si raffreddi per sformarlo, poi riempire il centro con una composta di mele, o prugne secche o altra composta.
 
COMPOSTA DI MELE.

  • Predisponete circa 200 gr di mele preferibilmente di pasta rosa che sono dure e odorose. 
  • Sbucciare, tagliare a spicchi e gettarle via via nell'acqua fresca per mantenerle bianche. 
  • Mettete queste mele in una casseruola, coperte appena di acqua. 
  • Quando inizieranno a bollire, aggiungere 70 gr di zucchero ed un cucciaio di kirsch. 
  • Una volta cotte, togliere le mele, fare restringere lo sciroppo. 
  • Aggiungere alla composta fredda così ottenuta un ultimo chucchiaio di kirsch. 
  • Servire al centro  del budino.
 


 
COMPOSTA DI PRUGNE.

  • Predisponete circa 120 gr di prune e 60 gr di zucchero. 
  • Prima di farle bollire farle rinvenire per 5 6 ore, poi procedere come con le mele. 
  • Servire al centro  del budino.

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giugno 08, 2020

Nelle sere d’inverno, quando la legna scoppiettava nella stufa della cucina e il calore del fuoco intorpidiva le membra pronte al riposo notturno, per noi bambini era piacevole sgranocchiare lentamente. accoccolati sul vecchio divano, i dolci frutti secchi dei castagni.


Le castagne venivano seccate adagiandole sui “grè” o nei seccatori in pietra esterni, per il loro utilizzo durante la stagione fredda.

Le castagne erano e sono tuttora un frutto dal delicato sapore adatto alle preparazioni culinarie sia salate che dolci.

 “Rostie” (arrostite con la buccia su braci ardenti), “Balletti” (lessate sempre con la buccia in acqua bollente) o “Piae” (bollite senza buccia in acqua salata e con semi di finocchio) sono le cotture più semplici per assaporare le castagne fresche.


Un tempo anche le foglie e i ricci stessi venivano raccolti ed utilizzati, le prime come lettiere nelle stalle e i secondi per accendere il fuoco.


Oggi andare “per castagne” è diventato solo un momento di relax e non più un’esigenza.


Con le castagne e la loro farina sono state inventate molte ricette, alcune arrivate fino al noi addirittura dal I secolo d.C. dove venivano consigliate a coloro che praticavano lavori pesanti fisici o intellettuali, a convalescenti, ad anziani e a bambini per le loro proprietà nutritive e tonificanti.


Una ricetta per conservare le castagne sotto forma di confettura, da utilizzare magari a cucchiaiate accompagnate da panna montata, è quella che propongo in questo periodo di raccolta del frutto.


  • 1 kg castagne 
  • 750 gr zucchero 
  • 1 bustina vaniglia 
  • 1 manciata sale grosso 
  • 2 litri acqua 
  • 1 bicchiere Cognac


  • Bollire in acqua salata le castagne, scolarle, sbucciarle e privarle della pellicina. 
  • Bollire ½ litro d’acqua con lo zucchero, mescolando per farlo sciogliere, e proseguire la cottura fino a che lo sciroppo si sarà addensato.
  • Quindi togliere dal fuoco e far intiepidire. Intanto passare le castagne al setaccio e aggiungere la vaniglia. 
  • Versare la pourea in pentola e, rimestando, aggiungere lo sciroppo. 

  • Rimettere sul fuoco e cuocere per circa un’ora a fiamma bassa.
  • Una volta cotta la preparazione, lasciare intiepidire e unire il cognac. Invasare per la chiusura sterilizzata

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maggio 15, 2020

Dici la parola “crostata” e subito si accende nella mente un pensiero squisito.


Il dolce della nostra infanzia a base di pasta frolla, marmellata o cioccolato e il caratteristico intreccio in superficie, è forse uno dei dessert più popolari e amati d’Italia. Sì perché, oltre a mettere d’accordo tutti, mamme e bambini in particolare, la crostata è fatta con ingredienti semplici facili da reperire e non richiede lavorazioni complicate.


La sua origine si perde molto indietro nel tempo: c’è chi dice addirittura che ci sia di mezzo lo zampino degli dei (o delle dee), ma quel che è certo è che nel Medioevo, la crostata – o meglio la torta, dalla quale la crostata discende più o meno direttamente – era già un piatto popolarissimo. 


Difficile immaginare in quel tempo preparazioni culinarie simili a quelle che prepariamo noi oggi: allora infatti la distinzione fra dolce e salato non era così netta e la torta – fatta soltanto con farina e acqua – era una preparazione “furba” che permetteva soprattutto di contenere i cibi e di camuffare quelli dal gusto poco gradevole coprendoli in un guscio di pasta.


 

  • 300 gr. farina 
  • 120 gr. burro 
  • 150 gr. zucchero 
  • 3 tuorli d'uovo 
  • un pizzico di sale 
  • un cucchiaino di lievito
  • odore di vaniglina
  • buccia grattugiata di un limone

  • Lasciare il burro fuori dal frigorifero.
  • Setacciare la farina, fare una fossetta e metterci il burro ammorbidito.
  • Aggiungere zucchero, vaniglina e tuorli d'uovo e lavorare il tutto velocemente. 
  • Con l'impasto formare una palla, avvolgerlo in un telo e mettere a riposare per un'ora (anche in frigorifero) prima di preparare la crostata. 
  • L'impasto puó essere preparato amche il giorno prima. 
  • La crostata pu essere preparata indifferentemente con marmellata o con crema. 
  • Se d'inverno non si riesce ad impastare bene, aggiungere 2 cucchiai d'acqua all'impasto. 
  • Infornare a 130-140° C per minuti 30 (massimo 45).
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aprile 11, 2020

  • La cucina della Lunigiana è una cucina semplice e squisita, basata sui prodotti e i profumi della terra, sapientemente miscelati per creare piatti unici.


Le ricette tradizionali della Lunigiana storica sono quelle che hanno tenuto nei cassetti tre autentici “big” della cultura enogastronomica della nostra terra. Per primo fu pane dolce per i riti di festeggiamento. E dolce volle dire miele.


Poi nacquero le varie interpretazioni dei dolci legati a semi, frutti, succhi …., ogni popolo si dotò di ricette e le strade finirono spesso con comuni preparazioni legate al mito della maternità.


La Lunigiana (in latino Lunensis Ager) è una regione storica italiana, suddivisa dal punto di vista amministrativo tra Liguria e Toscana. Trae il proprio nome dall'antica città romana di Luni, situata alla foce del fiume Magra, non lontano da dove oggi sorge Sarzana: l'influenza della città, divenuta il porto più importante del mar Ligure, fu tale da connotare col proprio nome l'intero territorio circostante.

La Ricetta.

In questa pagina troverete la ricetta per preparare un delizioso Dolce di castagne con panna montata,

per 8 persone


Leggi anche: Marmellata di arancia, una buona marmellata fatta in casa vostra.


  • 500 gr. di castagne o marroni
  • 130 gr. di zucchero a velo,
  • 60 gr. di cioccolata
  • 3 cucchiai di limoncello
  • 300 gr. di panna montata.

30' 

  • Mettere a bollire le castagne per circa 30/40 minuti come per farne dei balotti, sbucciarle e triturarle nel frullatore ancora calde.
  • Grattugiare la cioccolata per ridurla in polvere e formare un impasto con tutti gli ingredienti.
  • Prendere poi un piatto grande e tondo, collocarci nel centro un piattino da caffè rovesciato e spalmarci tutto intorno il composto in maniera eguale.
  • Al termine dell'operazione, il piattino da caffè va accuratamente rimosso ed il vuoto che resta nel mezzo va riempito con la panna montata.
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marzo 13, 2020

Questo tipico dolce inglese, simile ad un plum cake, di forma rotonda con la cima a calotta semisferica e senza glassa di rivestimento, conosciuto e apprezzato, vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703.


Ad idearlo furono i fornai di famiglia dell’alta società che, inizialmente, lo preparavano per la servitù utilizzando il pane raffermo, gli avanzi dei biscotti e delle patate bollite e schiacciate.

 

L’impasto che ne derivava veniva fritto e si trasformava in muffin.


Ben presto anche tutte le altre classi sociali scoprirono la bontà di questo dolce che divenne quello preferito per l’ora del tè.

Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi.

 

I muffin furono apprezzati al punto che non solo vennero aperti molti forni specializzati nella loro produzione, ma il prodotto veniva venduto anche per strada dai “Muffin Men” (uomini dei muffin) che giravano con dei vassoi di legno appesi intorno al collo, pieni di muffin. Questa figura divenne così importante al punto che gli fu dedicata una ninna nanna intitolata “Oh, do you know the muffin man” (Oh, conosci l’uomo del muffin).


La preparazione di questi dolci si differenzia da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di due composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, lievito, bicarbonato, spezie, cacao) e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di senmi, uova e, a volte, yoghurt).

 

Per quanto riguarda lo zucchero può essere inserito indistintamente sia nell’uno che nell’altro composto. Si amalgamano i due composti e si versano in stampi di carta posti negli stampi per muffin.


Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi, devono poi essere amalgamati insieme molto velocemente senza mescolare troppo. L’impasto dovrà risultare grumoso per rendere i muffin morbidi.


I muffin inglesi sono piatti e presentano avvallamenti e crepe e sono tradizionalmente cotti sulla griglia. I primi muffin venivano modellati a forma di anello e posti direttamente sul fuoco o sul fondo di una padella.


La variante americana si differenzia perché viene utilizzato il lievito chimico (inizialmente veniva utilizzato il carbonato di potassio che venne sostituito nel 1857 del lievito in polvere), in quella inglese, invece, si utilizza il lievito di birra e non è una differenza da poco: la lievitazione risulta completamente differente, non solo, ma sono cotti in stampi monoporzione e, a differenza di quelli inglesi, necessitano di stampi perché l’impasto risulta molto morbido (una pastella più che un impasto).


Secondo alcune versioni esistono varianti salate dette “cornbread muffins” che si possono preparare con gli ingredienti più disparati, prosciutto, funghi, formaggio, zucchine, ecc.


Altre fonti suggeriscono che i cornbread muffin sono una variante del cornbread, un “pane” a base di farina di mais (cornmeal), prodotto originariamente dai nativi americani, ancora oggi utilizzato per accompagnare stufati e chili nella cucina statunitense.

Ricette con i muffins.

Muffins al pompelmo con glassa al cioccolato.

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Muffin farciti con mele renette e mandorle.

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febbraio 14, 2020

Le idee per una cenetta di San Valentino non sono mai abbastanz “romanticoni” in prossimità di questa ricorrenza,sono sempre a caccia di spunti per sorprendere il proprio partner o, perché no, fare nuove conquiste proprio il giorno degli innamorati.


Noi vi proponiamo 4 ricette da scegliere, non troppo complicate, che potete progettare e presentare a tavola al momento opportuno.



Speciale San Valentino: Tiramisù degli innamorati.

Scopri come realizzare gli speciali tiramisù di San Valentino con tutte le loro decorazioni! Scegli di seguito il tipo di tiramisù che preferisci e.


Dolci e torte facili e sfiziosi per San Valentino: Tiramisù rosso passione.

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Biscotti di San Valentino

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