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settembre 25, 2013

Girelle alla valdostana.

Ricetta per persone n.

4

Ingredienti:

1 uovo
150 g di zucchero
90 g di burro
25 g di lievito di birra
125 g di latte
1 bustina di vanillina
1 limone non trattato
250 g di farina
1 cucchiaino di cannella in polvere (facoltativo)
burro per lo stampo

Girelle alla valdostana con cannella
Preparazione: 20’ più il tempo di riposo + 30’ di cottura.

  • Sgusciate l’uovo in una terrina e sbattetelo insieme con 100 g di zucchero, finché il composto non diventerà chiaro e spumoso.
  • Aggiungete 80 g di burro fuso, il lievito stemperato nel latte tiepido, la vanillina e la buccia grattugiata di mezzo limone; sbattete ancora per alcuni minuti, amalgamando bene il tutto.
  • Setacciate la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete il composto preparato in precedenza e impastate accuratamente.
  • Formate con l’impasto una palla e mettetela in una ciotola, coprite con un canovaccio e lasciate riposare per circa 30 minuti.
  • Lavorate nuovamente l’impasto per qualche minuto e stendetelo con il matterello in una sfoglia sottile di circa 20 x 30 cm.
  • Mescolate in una ciotola lo zucchero, il burro e la buccia di limone grattugiata rimasti, unite a piacere la cannella, amalgamate con cura e spalmate il composto ottenuto sulla superficie della sfoglia.
  • Formate un rotolo e tagliatelo a dischi di circa 1 cm di larghezza; disponeteli in una teglia imburrata e cuoceteli in forno caldo a 180 °C per circa 25-30 minuti.
  • Sfornate le girelle, fatele raffreddare su una gratella e servite.

 

Vino consigliato: le girelle sono dolcetti semplici, resi particolarmente piacevoli dalla presenza del burro; accompagnateli con il Valle d’Aosta Chambave Moscato Passito o con la Malvasia delle Lipari.

vino chambave_passito_1990

Il Valle d'Aosta Chambave Moscato passito (conosciuto soprattutto nella denominazione in francese Vallée d'Aoste Muscat de Chambave flétri) è un vino passito DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Aosta.

Colore ambrato, ma vivo, limpido, a tratti cristallino. Nel bicchiere scivola lentamente, grande materia e grande sostanza lascia presagire. Il primo naso è segnato da note leggermente smaltate, quasi di vernice, un sentore stranamente amarognolo che poteva ricordare il rabarbaro e qualche sentore di erba e fiori alpini appassiti. Ma pochi istanti dopo, all’improvviso, i sentori di uvetta passa, di fico… insomma i classici sentori di un passito che ricorda il Natale, un ritorno all’infanzia. Ma non finisce qui… ecco il miele, quello di castagno e poco dopo arrivano anche le spezie, lo zafferano in primis, e poi la cannella, lo zenzero anche un ricordo vagamente pungente che potrebbe ricordare quasi il peperoncino. Ma è più la sensazione di pungenza che il profumo vero e proprio… forse quella pungenza iniziale che faceva ricordare le note smaltate si è leggermente modificata, virando su questi sentori così difficili da individuare. Insomma, un profilo olfattivo di altissimo livello e cangiante, affascinante, che avvolge e conquista. Ma l’assaggio è quello che lascia completamente basiti, in senso positivo, ovviamente…
L’ingresso in bocca è segnato da una buona morbidezza a cui subito fa da contraltare una sapidità ed una acidità di altissimo livello. Non dimostra i suoi 20 inverni sulle spalle, è un vino verticale, non concede nessuna sensazione di “mollezza” o cedevolezza. Alcool presente che dà spina dorsale, ma mai eccessivamente fastidioso o fuori dalle righe.
Vino dalla grandissima bevibilità e dotato di una lunghezza e profondità impressionante. In bocca ritornano i sentori di miele e di fico che durano tantissimo, dolci senza mai essere stucchevoli. Anche perchè a sapidità e l’acidità permangono in sottofondo. Ed invogliano ad assaggiarne ancora, ed ancora.

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2 commenti:

  1. Un dolce dalla preparazione molto semplice, gradito a grandi e piccini, e tipico della tradizione culinaria valdostana

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