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dicembre 23, 2013

Il moscato di Siracusa e la sua storia.

L’origine del Moscato di Siracusa si perde nella notte dei tempi avvolta spesso tra  mito e legenda. Originario dell’Asia minore.

Aulòs  e  Silenòs
Moscati  di  Siracusa

Dolce, dorato, leggermente ambrato
antico e nobile come i greci che lo importarono
in queste terre di Sicilia,
questo Moscato, vino da dessert e di compagnia,
ha nel corpo la vellutata carezza del sole
e l'energica linfa della Madre Terra.
Tratto da uve moscato bianco
lievermente appassite sulla pianta, questo vino
continua l'antica tradizione del  moscato aretuseo,
unico al  mondo per la  fragranza ed il delicato sapore.
Il suo profumo è la melodia agreste
Dell’Aulòs di Silenòs (il flauto di Sileno)  tra ninfe e satiri in festa.
E' il vino che Bacco ha regalato agli uomini.
Corrado Di Pietro

questo vitigno fu  portato  dai Fenici e  dai Greci in tutta l’area del mediterraneo. Siracusa, splendida colonia greca, fu fondata nel 734 a.c. ad opera dei corinzi, e con essa inizia la storia del Moscato di Siracusa importato dai fondatori re argivi. Siracusa divenne ben presto la città più grande, più potente  e più florida di tutto l’universo allora  conosciuto.

Formata da cinque citta, "La pentapoli", ricca di maestosi monumenti e dotata di un immenso porto naturale, fu crocevia degli scambi commerciali nel mediterraneo e finì per oscurare lo splendore e la  potenza delle capitali greche che ne entrarono in conflitto.

Il vitigno trovò  nella generosa fertilità dei luoghi prossimi alla Pentapoli, il Terroir ideale per prosperare ed evolversi facendo di questo vino  un prodotto unico ed irripetibile da collegare strettamente al suo territorio.

Gli antichi greci avevano dato a quest’uva il nome di anathelicon moschaton e Plinio il vecchio di uva apiana perché gradita alle api.

Il Moscato di Siracusa  definito sin da allora,  e non a sproposito, "Il Nettare degli Dei", trova costanti citazioni di elogio in tutti i periodi storici che si sono susseguiti fino ai giorni nostri, dagli antichi storici dell’epoca ad Albert Jouvin de Rochefort nel suo Grand Tour; da Giovanni Verga che faceva bere ai suoi personaggi  "il buon moscato di Siracusa" ad Alexandre Dumas che ne "Il grande dizionario della cucina" lo colloca tra i crus più famosi nel paragrafo dei "Vini liquorosi stranieri".

Naturalmente, come tutte le cose terrene, nel corso dei secoli si sono susseguite alterne vicende.

Una prima battuta di arresto il Moscato di Siracusa, assieme a tutti gli altri vini, la ebbe alla fine dell’ottocento quando l’epidemia di fillossera distrusse quasi totalmente i vigneti d’Europa. a fu a partire dagli anni cinquanta che, per  una serie di motivazioni socioeconomiche e culturali locali, il cordone ombelicale che legava  il moscato di Siracusa alla sua storia ed al suo territorio si affievolì fin quasi a rompersi del tutto.

Nonostante il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata avvenuto nel 1973, il Moscato di Siracusa era considerato ormai  un vino fantasma, citato dai sacri testi di enologia ma che nessuno riusciva più a trovare.

Soltanto grazie ad un manipolo di intraprendenti produttori, di giovani vignaioli, armati di tanto amore per la natura, questo prodotto è rinato, si sta rivalutando e speriamo presto, possa riprendere il prestigioso posto che aveva da sempre occupato.    

E’ in questo contesto che la nostra azienda, non avendo mai interrotto questo rapporto diretto con la madre terra, forte delle esperienze tramandate di generazione in generazione, ha ripreso con successo questo percorso facendo rivivere al Moscato di Siracusa una nuova eterna giovinezza ritornando a far parlare di se in tutto il mondo.

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