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maggio 30, 2015

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maggio 26, 2015

  • Ingredienti: per 6 persone
5 tuorli
120 g di zucchero
3 cucchiai di olio
150 ml di acqua
120 g di farina
70 g di cacao
1 cucchiaino di lievito
6 albumi
1 pizzico di sale
80 g di zucchero
Per la crema chantilly:
200 ml di panna da montare
20 g di zucchero
1 cucchiaio di liquore a piacere
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  • Ingredienti: per 6 persone

pasta brisè fresca o surgelata
60 g di mandorle tritate
60 g di zucchero
1 uovo
30 g di miele
30 g di farina
1 albume
30 g di zucchero extra
250 g di mirtilli freschi o surgelati
2 cucchiai di mandorle in scaglie

Il mirtillo è indicato per tutte le forme di disturbi intestinali, disturbi del fegato, tendenza alle emorragie per fragilità dei capillari, disturbi della circolazione in genere e per i problemi alla vista.

L'acido idroccinnamico presente nel mirtillo è molto importante per il nostro organismo, in quanto è in grado di neutralizzare le sostanza cancerogene prodotte nell'apparato digerente.

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  • Ingredienti: per 8 persone
Per il dolce:
Ricotta romana: 500 g
Mandorle spellate: 50 g
Ciliegie candite: 50 g tagliate a cubetti
Uvetta sultanina: 80 g
Burro: 100 g
Acqua di Rose: 1 cucchiaino per uso alimentare
Bucce di Arancia e Cedro Candite
Tuorli d’uovo: 2
Zucchero: 70 g

Per la decorazione:
Arancia e Limone Canditi
Ciliegine Candite e Mirtilli

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  • Ingredienti: per 4 persone

 

100 g di scorza d’arancia candita.
80 g di burro
100 g di zuchero
2 uova
3 cucchiai di marmellata di albicocche
120 g di farina
1/2 cucchiaino di lievito
sale q.b.

 

Come tutti sanno le arance sono un 'ottima fonte di vitamina C; questa vitamina ha molteplici proprietà in grado di apportare vari benefici al nostro organismo a vari livelli.

Rafforza il sistema immunitario contro l'attività di virus ( soprattutto nella stagione invernale ) e batteri, previene l'insorgere di disturbi cardiovascolari e, grazie alle sue proprietà antiossidanti, combatte l'attività dei radicali liberi.

Inoltre la vitamina C permette al nostro organismo un miglior assorbimento del ferro ed ha altresì proprietà antianemiche.

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  • Ingredienti: per 6 persone

 

550 g farina di grano tenero
3 uova intere
300 g zucchero
120 g strutto o burro
1 bicchierino Alchermes
rhum
agente lievitante: pirofosfato disodico, sodio bicarbonato e amido di mais

Per la glassa:

2 albumi d’uovo montati a neve con lo zucchero

Per la decorazione:

confettini colorati.

 

La ciaramicola è un po’ il simbolo di Perugia: il rigonfiamento centrale rappresenta la Fontana Maggiore ed i cinque angoli raffigurano i rioni della Città Vecchia.

Il rosso ed il bianco sono i colori della città (e della maglia della squadra di calcio), mentre i confettini, di color giallo, verde ed azzurro, richiamerebbero il frumento maturo, i pascoli delle montagne e le acque del vicino Lago Trasimeno.

Ormai la ciaramicola si gusta e si può acquistare tutto l’anno, sia presso i fornai che presso la grande distribuzione.

Ciaramicola_thumb

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  • Ingredienti: per 6 persone

 

300 g di farina
1 pizzico di sale
180 g di burro
6 cucchiai di acqua

Per la farcitura:
3 mele
1 pizzico di sale
2 cucchiai di uvette
1/2 limone
4 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di cannella
1 tuorlo acqua q.b.

 

Unico consiglio che si può suggerire è quello di consumare mele biologiche, al fine di poterne consumare anche la buccia, ove risiedono sostanze "benevole". In tutti gli altri casi non esistono controindicazioni, sia cruda che cotta, oppure in succo fresco piuttosto che in infusi e decotti. Un cenno particolare và fatto invece all'aceto di mela, che stando agli ultimi studi pare abbia la proprietà di contribuire in modo positivo a fissare il calcio nelle ossa e di distruggere i batteri nocivi che risiedono nell'intestino.

Torta-farcita-di-mele

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  • Ingredienti: per 4 persone

 

6 albumi
300 g di zucchero
2 bustine di zafferano
1 noce di burro

 

La meringa (o spumiglia) è una preparazione dolce a base di albume di uova e zucchero a velo. Tipica della cucina italiana, di quella di Minorca e di quella francese, ne esiste, tuttavia, una versione leggermente diversa dalla tradizionale in Sardegna.

La meringa, leggerissima e friabile, trova applicazione in diverse preparazioni dolci. Le più note sono la meringata, les Îles flottantes, gli spumini bianchi o ricoperti di cioccolato fuso, i funghetti, le dita di dama, le meringhette, i dischi di meringa per torte gelate, i fondi per vacherin e per le uova alla neve.

Le meringhe ordinarie sono spesso cotte in forma di ciuffo. Vengono poi accoppiate, schiena contro schiena, con panna montata o cioccolato e posate in pirottini di carta. Sebbene sia solitamente bianca, la meringa può essere variamente colorata per creare contrasti di colore con altri ingredienti del dolce. Può, inoltre, venire aromatizzata, ad esempio con aggiunta di cacao, vaniglia, gocce di limone.

Meringhe gialle

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  • Ingredienti: per 6 persone

 

150 g di farina
50 g di farina integrale
2 cucchiaini di lievito
80 g di burro
2 uova
100 g di zucchero di canna
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di rum
1 mela piccola
60 g di noci
10 g di zucchero di canna
1 cucchiaino di cannella
10 g di zucchero di canna per guarnire

 

Una delizia da gustare nel silenzio del mattino quando il tempo sembra fermo

Torta alla cannella

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  • Ingredienti: per 6 persone

 

Per l’impasto:

300 g di farina
150 g di burro
150 g di zucchero
2 tuorli
1 uovo
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito
scorza di limone

Per il ripieno:
250 g di ricotta
1­­­/2 bicchiere
1 bustina di zafferano
2 tuorli
5 cucchiai di zucchero
1 bustina di vanillina
zucchero a velo q.b.

 

La ricotta è un latticino importante per le sue caratteristiche nutrizionali che va consumata fresca, per evitare di diventare acida.

Vi è una differenza fra la ricotta dura e asciutta e quella fresca e morbida: la prima può essere conservata più a lungo di quella cremosa.

Torta di ricotta

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  • Ingredienti: per 6 persone


300 g di nocciole
200 g di farina
100 g di burro fuso
150 g di zucchero
mezza Tazza di caffè
mezza Tazza di latte
una Bustina di lievito
un Cucchiaio di olio extravergine di oliva
2 Cucchiai di Rum
un Pizzico di vanillina


In questa ricetta italiana le nocciole danno vita ad una torta facile da preparare e perfetta per chiudere il pasto in modo goloso.

Il nocciolo, ampiamente diffuso nell’emisfero boreale, è stato uno dei primi alberi da frutto utilizzati e coltivati dall’uomo nella storia.
La sua diffusione era talmente capillare che divenne rapidamente fondamentale per l’economia delle prime popolazioni nomadi.

Questa importanza, d’altronde, è testimoniata dal valore simbolico attribuito a questi frutti dalle popolazioni dell’Italia settentrionale più di tremila anni fa, quando le nocciole tostate venivano utilizzate come offerte funerarie da collocare all’interno delle tombe.

L’importanza di questi frutti era determinata soprattutto dalla grande quantità di olio che si poteva produrre pestandole e dal fatto che nell’Italia settentrionale del tempo rappresentava la principale fonte di olio alimentare.

In particolare in Piemonte questi frutti venivano utilizzati per ricavarne una pasta che veniva conservata all’interno di vasi per poi essere utilizzata in moltissime preparazioni alimentari tipiche della regione, in particolare torte e, dal XIX secolo, per dare vita alla gianduja.

Lo sapevate che...

Nell’antica Roma donare una pianta di nocciolo propiziava felicità a chi la riceveva?

Torta di nocciole

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  • Ingredienti: per 6 persone


400 g di farina
8 cl di olio extravergine di oliva
100 g di zucchero
8 cl di vino bianco
un Cucchiaio di semi di anice

 

Probabilmente a causa della semplicità della loro preparazione, le ciambelle sono uno dei prodotti gastronomici con maggiori varianti in Italia.

Dolci o salate, cotte al forno o fritte, semplici o arricchite dagli ingredienti più disparati, le varie tipologie di ciambelle sono infatti accomunate solo dalla loro particolare forma ad anello.

La varietà proposta in questa ricetta è arricchita dall’aroma dei semi della pianta dell’anice, che sono utilizzati in Italia sin dai tempi antichi sia a scopi medici che gastronomici.

Nonostante l’anice sia originaria dell’Iran, infatti, diverse testimonianze storiche ne attestano la coltivazione nell’Antico Egitto già tremila anni fa.

Non stupisce, quindi, che l’impiego di questi semi per l’aromatizzazione di cibi e bevande fosse diffuso già nell’Antica Roma.

Alcuni autori latini, infatti, riportano di come i semi d’anice fossero utilizzati oltre che per conferire un inebriante aroma, anche per stimolare i sensi, poiché si ritenevano possedessero portentose proprietà afrodisiache.

Ciambelline all'anice

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maggio 23, 2015

  • Ingredienti: per 6 persone

    130 g di farina
    15 g di lievito
    130 g di zucchero
    80 g di burro
    una Bustina di vanillina
    4 pesche a polpa bianca
    100 g di yogurt
    2 Cucchiai di pane grattugiato finissimo
    sale q.b.
    3 uova

Per la decorazione:

    zucchero a velo q.b.


Fresche e rinfrescanti, sembra che le pesche, come molti altri alimenti, siano state introdotte in Europa da Alessandro Magno in seguito alla conquista della Persia da parte del suo esercito.

L’albero del pesco è infatti originario dell’odierna Cina, da dove sarebbe stato esportato in Persia da alcune popolazioni nomadi.

Da lì le pesche si sarebbero diffuse in alcuni dei paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo come la Grecia, per l’appunto, l’Egitto, dove erano considerate il frutto sacro di Arpocrate il dio dell’infanzia, e a partire dal I secolo d.C. nel territorio romano.

Torta d'agosto

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  • Ingredienti: per 4 persone

1 kg di patate (preferibilmente farinose)
250 g di farina
3 uova
200 g di burro
100 g di pane grattugiato
sale
100 g di zucchero
cannella in polvere q.b.
16 albicocche snocciolate


I canederli sono una varietà di gnocchi, una pietanza dalle origini antichissime, probabilmente il primo formato di pasta creato dall’uomo.

Sebbene gli gnocchi di patate, infatti, nascano intorno al XVIII secolo, ne esistono altre varietà, come quelli di semola, di riso o di pane secco, le cui ricette compaiono oltretutto in diversi ricettari medievali.

Queste preparazioni, estremamente semplici ed economiche, non solo erano tipiche della cucina popolare, ma erano molto apprezzate anche sulle lussuose tavole delle corti italiane del tempo, tanto che sia Cristoforo Messisbugo che Bartolomeo Scappi, due importanti cuochi di corte durante il rinascimento, riportano nei loro libri alcune ricette di gnocchi.

I canederli, che possono essere cotti in brodo o serviti asciutti conditi con burro, spezie o formaggio, non sono altro che i discendenti di queste ricette medievali che sono a tutt’oggi diffuse nella zona dell’arco alpino.

Canederli di albicocche

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  • Ingredienti: per 4 persone

300 g di panna fresca
200 g di Parmigiano Reggiano
500 g di pere William
60 g di vino rosso secco
un Cucchiaio di zucchero
un Cucchiaio di miele
15 g di fogli di colla di pesce

L’abbinamento tra pere e formaggio è tipico della cultura gastronomica italiana e affonda le sue radici già nel XIII secolo.
Questo sodalizio nasce nelle abitudini di fine pasto: un tempo, infatti, era convinzione dei medici che si dovesse terminare il pasto mangiando un cibo astringente, quali ad esempio le pere e i formaggi.
Quanto pere e formaggi siano simboli della fine della cena è testimoniato anche dai versi di Francesco Petrarca:

“addio: l’è sera,
or su vengan le pera,
il cascio e ‘l vin di Creti”
 
(addio, è sera, ora  si portino le pere, il formaggio e il vino rosso di Creta)


Ma l’abbinamento del formaggio con le pere non è riconducibile ad una semplice raccomandazione medica: questo sodalizio rappresenta infatti il punto d’incontro tra la cultura contadina e quella nobile.
Da una parte vi è il formaggio, il cibo di Polifemo, emblema del mondo contadino e degli umili, per i quali rappresentava una delle principali fonti di sostentamento. Dall’altra ci sono le pere: un cibo costoso, difficile da conservare e poco sostanzioso: un vero e proprio lusso che si potevano concedere soltanto i signori. Ed è proprio quando il formaggio si fa spazio sulle tavole dei nobili, durante i periodi di magro imposti dalla religione cristiana, che nasce l’idea di abbinare gli umili latticini alle preziose pere. Una sintesi quasi perfetta della storia, non solo gastronomica, italiana.

Mousse di Parmigiano con pere al vino rosso

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  • Ingredienti: per 6 persone

500 g di mandorle sgusciate
100 g di gherigli di noci
500 g d'uva passa
5 dl di saba (mosto d'uva cotto)

 

Le origini della mandorla si trovano nell’Asia minore: lo testimonia la ricchezza delle ricette a base di questo profumatissimo frutto.

L’uso a scopi alimentari si è diffuso presto in tutto il bacino dell’area mediterranea fin dai tempi antichi: in Italia le mandorle regalano vere e proprie perle gastronomiche come confetti, biscotti, pasticcini, marzapane.

Il papassino è un dolce tipo della Sardegna, chiamato anche papassìno, pabassino, papassinu (al singolare) e papassini, pabassinas, pabassinos, papassinos (al plurale). Tradizionalmente sono preparati per la ricorrenza di Ognissanti. Sono fatti da un impasto di pasta frolla e uva passa, mandorle, noci, scorza di limone (o arancia) grattugiata e miele, e cotti al forno ad una temperatura di 200°. Gli ingredienti tipo sono: farina 00, uva sultanina, zucchero, uova fresche, vino cotto (sapa), margarina vegetale, mandorle, latte e lievito chimico.

Il nome deriva dal vocabolo papassa o pabassa che in lingua sarda significa uva sultanina. Ogni paese dell'Isola prepara il dolce in diversi modi e gli ingredienti variano a seconda della regione storica ma sempre con la costante presenza dell'uva passa. La loro preparazione è legata alle ricorrenze autunnali, periodo nel quale l'uva passa raggiunge la maturazione.

Nella parte meridionale dell'Isola sono aromatizzati con ingredienti quali cannella e vaniglia mentre nella parte settentrionale prevalgono le scorze di arancio e di limone insieme ai semi di finocchio selvatico. L'area di maggiore diffusione è la Sardegna centrale.

Papassinos

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  • Ingredienti: per 6 persone

    5 dl di latte
    40 g di fecola
    4 tuorli d'uovo
    100 g di zucchero
    4 arance (succo e buccia grattugiata)

Per decorare

    un Pizzico di cannella
    5 cl di panna fresca
    scorza di arancia q.b.

 

Delicati sapori e profumi mediterranei.

Le arance contengono circa l'86% di acqua, il 9% di zuccheri, fibre, grassi, proteine e ceneri occupano la restante percentuale; tra i minerali presenti in maggior quantità citiamo il fosforo, il magnesio, il potassio, lo zinco ed il calcio.

Crema di arance

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  • Ingredienti: per 6 persone

400 g di mandorle sbucciate
400 g di zucchero
4 albumi d'uovo


Provate a chiedere a qualcuno cosa sia il marzapane.

La prima cosa che gli verrà in mente saranno quei frutti di pasta di mandorle che fanno bella mostra sui banchi delle pasticcerie.

Belli da vedersi, stucchevoli quasi da subito.

Parere personale, beninteso. Comunque, non li so fare e questa non è la ricetta per farli.

Quella del marzapane è una storia di coraggio, perché ci vuole un certo valore a sopravvivere a fianco di un dolce del genere, che attira anche solo per l’apparenza, delizioso, colorato.

marzapane_pietrasanta

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maggio 21, 2015

  • Ingredienti: per 4 persone

400 g di farina
2 uova
2 tuorli d'uovo
200 g di zucchero
100 g di burro
una Bustina di lievito
limone
sale

 

Il berlingozzo è un dolce al forno tipico toscano, dalla classica forma a ciambella. È diffuso anche nell'Umbria settentrionale, particolarmente in Alta Valle del Tevere dove al berlingozzo è dedicata una sagra paesana a Pitigliano, frazione del comune di San Giustino.

Il suo nome sembra derivare dal berlingaccio, termine che indicava il giovedì grasso e una maschera in uso e costume quattrocenteschi. A sua volta "berlingaccio" deriva dal tedesco bretling (tavola). Il verbo berlingare voleva dire divertirsi e spassarsela a tavola: citato da poeti cinquecenteschi, sembra fosse in uso anche alla corte di Cosimo I a Firenze.

Si ottiene con rossi di uova, farina, zucchero, lievito, scorza grattugiata di limone e/o arancio, burro e un po' di latte. Questi sono gli stessi ingredienti dei brigidini, altro dolce tipico toscano. I brigidini contengono solo uova, zucchero, farina ed essenza d'anice

berlingozzo-toscano

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  • Ingredienti: per 4 persone

Per la pasta:

    200 g di farina
    100 g di burro
    1 uovo
    sale

Per il ripieno:

    500 g di mele
    100 g d'uva passa
    200 g di zucchero
    100 g di noci
    150 g di fichi secchi
    cannella
    un Bicchiere di Marsala
    mezzo Bicchiere di Mistrà (liquore a base di anice)
    50 g di marmellata
    100 g di crema pasticcera

 

Le origini della “crescia fogliata” possono essere fatte risalire all’alto medioevo. Secondo alcuni autori, infatti, era già conosciuta e molto apprezzata dalla famiglia dei DA VARANO ( la più celebre del patriziato locale dell’epoca).

Il dolce, però, veniva preparato e consumato essenzialmente dai ceti più bassi della popolazione in quanto costituito da ingredienti semplici, facilmente reperibili. (La crescia viene attualmente prodotta nelle zone di Fiuminata -Macerata).

Crescia fogliata

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maggio 20, 2015

  • Ingredienti: per 4 persone

    400 g di pasta sfoglia
    10 g di zucchero a velo
    125 ml di latte
    mezza Stecca di vaniglia
    1 tuorlo d'uovo
    40 g di zucchero
    10 g di farina
    125 g di panna fresca
    10 g di zucchero a velo
    12 fragole

Per guarnire:

    4 fragole
    zucchero a velo q.b.


Con Millefoglie si intende un tipo di pasta sfoglia composta da diversi e croccanti strati deliziosi, utilizzati specialmente nella preparazione di dolci molto golosi (riempiti con crema pasticcera, panna montata o marmellata).

Il nome deriva dal francese Millefeuille.

Millefoglie di crema chantilly e fragole

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  • Ingredienti: per 6 persone

500 g di castagne secche
5 dl di panna
un bicchiere di vino bianco secco (facoltativo)
vino dolce (facoltativo)

La Busecchina e una preparazione tipica delle province di Brescia, Bergamo,
Mantova e Milano
, nelle quali viene preparata con delle piccole varianti,
qualcuno mette la vanillina, qualcuno il vino bianco secco, altri il vino bianco dolce
e qualcuno  l'omette completamente cuocendole solo con l'acqua.

La busecchina è una pietanza ben conosciuta nel territorio lombardo fin dall'epoca medioevale e probabilmente anche da prima, magari con altri nomi.

In passato, infatti, il territorio era ricchissimo di boschi di castagno, i cui frutti venivano consumati nei modi più diversi e, per mantenerli anche diversi mesi, venivano essiccati per poter essere mangiati durante tutto l’anno.

busecchina

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  • Ingredienti: per 6 persone

200 g di cioccolato fondente
200 g di panna fresca
una noce di burro

 

Il cacao venne importato in Europa per la prima volta dal famoso conquistador Cortés, che lo aveva conosciuto ed apprezzato dalla corte dell’imperatore Monctezuma II.

Al tempo, infatti, le popolazioni indigene facevano largo uso del cacao consumandolo sotto forma di bevanda, ma non solo. Le fave di cacao avevano, infatti, una tale importanza nella vita delle popolazioni del luogo, da essere utilizzate per effettuare scambi economici, alla stregua di monete.

I semi di qualità migliore e di maggiore dimensione, venivano comunemente utilizzati per effettuare acquisti, tanto che le cronache riportano che, ad esempio, per comprare un coniglio erano solitamente necessarie 10 bacche di cacao.

Queste ultime, al pari delle comuni monete in Europa, erano spesso soggette ad alterazioni o a falsificazioni, tanto che l’espressione “falsificatore di cacao” era un insulto molto diffuso tra le popolazioni della zona.

Salsa al cioccolato e panna

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  • Ingredienti:
6 Tazze di caffè
3 Bicchierini di Grappa
zucchero
scorza di arancia o di limone

La coppa dell'amicizia (in francese, coupe de l'amitié) è un recipiente di legno con coperchio e vari beccucci usato soprattutto in Valle d'Aosta.
Normalmente viene usata tra amici e/o parenti. Dai vari beccucci di cui è dotata si beve una bevanda a base di caffè e grappa detta caffè alla valdostana.
Viene spesso chiamata erroneamente grolla, che invece è più alta e stretta, ed è tradizionalmente utilizzata anche in Canavese.
Coppa_dell'amicizia_in_uso
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  • Ingredienti:

Per la pasta:

    1 kg di farina
    250 g di lardo
    200 g di zucchero

Per il ripieno:

    500 g di fichi secchi
    250 g di mandorle sgusciate e pelate
    250 g d'uva passa
    cacao in polvere amaro
    miele
    cannella
    2 tuorli d'uovo

 

Le origini della mandorla si trovano nell’Asia minore: lo testimonia la ricchezza delle ricette a base di questo profumatissimo frutto.

L’uso a scopi alimentari si è diffuso presto in tutto il bacino dell’area mediterranea fin dai tempi antichi: in Italia le mandorle regalano vere e proprie perle gastronomiche come confetti, biscotti, pasticcini, marzapane.

Cucciddati

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  • Ingredienti:

Per la pasta:

    450 g di farina
    150 g di zucchero
    80 g di burro
    2 uova
    un Pizzico di sale
    15 g di lievito in polvere per dolci o lievito in polvere
    latte

Per il ripieno:

    250 g di castagne
    100 g di cioccolato fondente
    canditi misti
    50 g di mandorle sgusciate
    1 limone

Per la cottura:

    olio extravergine di oliva
    lardo

 

caggiuniti

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  • Ingredienti:

1,5 litri di latte
300 g di pane raffermo
3 uova
buccia di limone
3 pere
3 mele
50 g d'uva sultanina
2 cucchiai di farina
un cucchiaio di farina di granoturco
150 g di zucchero
burro
olio
qualche zolletta di zucchero
un rametto di rosmarino
un Pizzico di sale

Questo dolce-pasto povero, detto anche Meascia o turta di paisan, deriva probabilmente da un antico nucleo di ricette, del tipo del migliaccio già descritto da Maestro Martino da Como, preparato fra l’altro con "una libbra di cacio del più fresco che possi havere" e con un’aspersione finale di "bono zucchero et di acqua rosata" e cotto nello stesso forno dove si faceva il pane.

Miascia-di-uva

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maggio 19, 2015

  • Ingredienti:

500 g di farina
olio abbondante
un Pizzico di sale
2 tuorli d'uovo
1 uovo

La prima cosa che ci viene in mente pensando al Carnevale, sono le feste in maschera e i coriandoli, ma per chi ama la cucina Carnevale significa dolci, chiamiamoli come vogliamo Frappe, nel Lazio, Cenci, in Toscana o chiacchere delle monache, nella maggior parte delle altre, ma la sostanza non cambia, questo dolce è il carnevale, si pensa che la sua origine risale addirittura dall’antica Roma.

Una specialità che da Nord a Sud unifica il bel paese,

Il costo è davvero esiguo, burro, farina, lievito, zucchero e uova, la base di qualsiasi dolce, la preparazione poi è di una semplicità unica, tutti possono cimentarsi, basta avere un pò di tempo è tanta voglia di rendere il Carnevale la festa più dolce dell’anno.

Accompagnale con la marmellata, il miele, il cioccolato, o creme di ogni tipo o con la sempre presente Nutella non fà che arricchire di un tocco di fantasia questo stupendo dolce.

Frappe o cenci o chiacchere delle monache

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  • Ingredienti:

225 g di crema pasticcera
125 g d'albumi d'uovo
37,5 g di zucchero semolato
7,5 g d'albumi d'uovo secco
vaniglia q.b.


Il souffè alla vaniglia si prepara velocemente facendo bollire il latte con lo zucchero e unendolo poi alla farina e agli altri ingredienti.

Il composto ottenuto verrà poi versato negli appositi stampini e cotto in forno.

Soufflé alla vaniglia

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  • Ingredienti: per 6 persone

250 g di pasta frolla
350 g di mirtilli
30 g di gelatina
500 g di ricotta
200 g di panna montata
200 g di zucchero
un Bicchiere di vino bianco dolce
60 g di mandorle pelate
un Pizzico di vanillina
un Cucchiaio di burro

 

I mirtilli, al pari delle fragoline, sono uno dei frutti di bosco più apprezzati per preparare torte e crostate.

Diffusi un tempo in particolare nel nord dell’Europa e lungo l’arco alpino, i mirtilli erano però conosciuti già dagli antichi Romani che però sembra li utilizzassero principalmente a scopo farmaceutico o cosmetico.

Il medico Dioscoride, infatti, vissuto ai tempi di Nerone, li consigliava per curare la dissenteria, mentre sembra che le ricche matrone del tempo usassero aggiungere un infuso di foglie di mirtillo all’acqua in cui facevano il bagno allo scopo di intensificare la loro abbronzatura.

Anche popoli nordici quali Celti e Galli, per altro, utilizzavano queste deliziose bacche oltre che per scopi alimentari anche per ricavarne un succo che utilizzavano come colorante per gli abiti, mentre nel Medioevo i mirtilli continuarono ad essere considerati un’ottima cura per i disturbi intestinali e fino al XVIII secolo si hanno notizie di medici che li prescrivevano quasi fossero una panacea.

Le doti di questi frutti, d’altronde, erano ritenute tanto favolose che sembrebbe che, durante la seconda guerra mondiale, l’esercito britannico, per intimorire i tedeschi, diffuse la voce che i piloti inglesi fossero in grado di individuare gli aerei nemici anche volando al buio grazie ad una dieta particolarmente ricca di mirtilli che ne intensificava la visione notturna.

Dolce freddo ai mirtilli neri

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  • Ingredienti: per 6 persone

12 cl di Marsala secco
6 cl di Rum
6 tuorli d'uovo
120 g di zucchero semolato


Sull’origine dello zabaione esistono diverse leggende, la più suggestiva delle quali narra che sia stata inventato da un frate francescano, tale Pasquale de Baylon (1540-1592) che, durante il periodo in cui servì presso la Parrocchia di San Tommaso a Torino, avrebbe suggerito alle parrocchiane di servire questo dolce di sua invenzione agli infermi per fargli riprendere le forze e ai mariti per risvegliarne la passione ormai sopita Secondo la leggenda, le donne appezzarono gli effetti benefici di questo dolce al punto che, dopo che il suo creatore venne santificato, la tramandarono come la ricetta miracolosa di “San Bajon” che venne poi italianizzato in “Zabaione”.

zabaione parmigiano

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  • Ingredienti: per 6 persone

150 g di mascarpone
1 tuorlo d'uovo
30 g di zucchero
250 g di pan di spagna o savoiardi
Alchermes q.b.
Cognac q.b.
Rum q.b.

Il dolce del principe è un dolce molto semplice da preparare e sembra essere un antenato del più noto tiramisù.

È a base di mascarpone, il latticino derivato dalla crema di latte tipico della Lombardia, e precisamente di Lodi e di Abbiategrasso.

Il mascarpone, a differenza dei formaggi, viene prodotto senza l’utilizzo del caglio ma con l’aggiunta di acido citrico che fa coagulare la crema di latte e le dà una consistenza altamente cremosa.

Non essendo prodotto con caglio, viene utilizzato anche nella cucina vegetariana, con un occhio di riguardo sulle calorie, in quanto il mascarpone è tanto delizioso e delicato quanto calorico.

Dolce del principe

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  • Ingredienti: per 6 persone

150 g di riso
500 g di zucchero
15 uova
un litro di latte
un Bicchierino d'anice
buccia di limone grattugiata
2 Cucchiai di farina
burro
sale

La torta di riso carrarina  o massese, è di origine versiliese, infatti il suo nome, richiama in maniera chiara sia Carrara che Massa, e si presenta con una striscia sottile di riso, dal sapore caramellato, ricoperto da uno strato generoso, di crema compatta, che profuma di Sambuca.

torta di riso carrarina

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  • Ingredienti: per 6 persone

6 uova
25 cl di latte
50 g di burro
2 cucchiai di farina
un cucchiaio d'olio
sale

La frittata dolce è un dolce tipico dell’Alto Adige.

Una ricetta diversa dallo strudel ma comunque gustosissima!

Scopri come preparare questa deliziosa ricetta.

Facile, gustosa e adatta ad ogni occasione

Provatela!

frittata dolce alla trentina

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  • Ingredienti: per 4 persone

Per il ripieno:

    350 g di ricotta
    180 g di zucchero
    1 g di cannella
    1 limone
    4 cl di Rum

Per l'impasto:

    350 g di farina
    2 uova
    50 g di burro
    80 g di latte
    40 g di zucchero
    un Pizzico di sale


I ravioli dolci hanno una consistenza molto simile alle chiacchiere e vengono preparati proprio come i classici ravioli di pasta fresca: con un doppio strato di pasta ritagliato con una rotella smerlata che racchiude la confettura da voi preferita oppure con della crema al cioccolato.

Ravioli dolci con la ricotta

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  • Ingredienti: per 4 persone

Per le crêpes:

    un litro di latte
    6 uova
    400 g di farina
    30 g di zucchero a velo
    scorza di arancia

Per la farcia:

    400 g di ricotta di pecora
    100 g di zucchero semolato
    succo di limone
    buccia di limone
    30 g d'arancia candita

Le "dita degli apostoli" sono dei deliziosi rotolini di ricotta e cioccolato fondente avvolti da un sottilissimo foglio d'uovo ed imbevuti nel San Marzano Borsci, liquore pugliese che si sposa perfettamente con questi ingredienti.

 

Dita degli apostoli

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maggio 15, 2015

  • Ingredienti: per 4 persone

1,2 kg di melone
200 g di zucchero
60 g di sciroppo di glucosio
2 cucchiai di succo di limone
Aceto balsamico tradizionale di Modena affinato q.b.

Com’è noto, la differenza tra gelati e sorbetti consiste nella presenza di latte nei primi e di soli acqua e zucchero nei secondi.
Data la loro semplicità, non è difficile intuire che i sorbetti abbiano un’origine più antica rispetto ai gelati.

Già nelle civiltà più remote, d’altronde, l’uomo ha imparato a conservare la neve e il ghiaccio in “nevaie” appositamente scavate nel terreno, per poterli poi utilizzare nei periodi più caldi dell’anno, per raffreddare bibite e vivande.

Ma se le prime prove di composti di ghiaccio misto a frutta sono anteriori al 1000 a.C., le prime notizie di un preparato in qualche modo simile al sorbetto moderno risalgono all’antica Roma.

Il console Quinto Fabio Massimo avrebbe inventato una vivanda dissetante composta da ghiaccio tritato, miele e succo di frutta, dalla consistenza densa e cremosa.

La passione per i sorbetti tra i latini, tuttavia, pare fosse diffusissima anche tra i condottieri romani più famosi. Le cronache, infatti, riportano che Giulio Cesare fosse ghiotto di un “sorbitium” a base di fragole e miele e pare sia stato Nerone ad introdurre ufficialmente il gelato nei banchetti imperiali.

Sorbetto al melone

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maggio 14, 2015

  • Ingredienti: per 8 persone

200 g di pasta frolla
300 g di ricotta
4 uova
150 g di zucchero
12 amaretti
1 limone
400 g di ciliegie
mezza Tazza di latte
vaniglia
burro
sale

Ribadiamo gli importanti benefici che il consumo di ciliegie apporta al cuore ed al sistema circolatorio in generale; è stato infatti confermato, in base ad esperimenti su topi svoltisi nel Michigan (USA), che il loro consumo ridurrebbe di molto la percentuale di colesterolo nel nostro organismo grazie alla presenza di sostanze antiossidanti.

crostata cerasuola

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  • Ingredienti: per 6 persone

un Bicchiere di vino dolce
un cucchiaio di gelatina di cotogne
50 g d'uva sultanina
25 g di granella di nocciole
25 g di canditi misti tritati
pepe
un cucchiaio d'aceto di mele

La mela cotogna è un frutto estremamente sano e ricco di vitamine che riesce ad apportare notevoli benefici a chi ne fa uso.

Ricco di vitamina A, B, C e PP, nonché di acido malico, tarnaico, pochi zuccheri e molte fibre, è un prodotto a basso contenuto calorico, ogni 100grammi di prodotto forniscono circa 26 calorie, è dunque adatto anche a chi soffre di diabete o chi ha necessità di seguire un'alimentazione a regime dietetico.

Salsa di cotogne

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  • Ingredienti: per 6 persone

500 g di farina
300 g d'uva sultanina (zibibbo)
150 g di zucchero
25 g di lievito di birra
50 g di lardo
1 uovo
un Rametto di rosmarino
olio extravergine di oliva


Lo zibibbo è sia il nome di un vitigno che del vino dolce che se ne ottiene.

La parola "zibibbo" deriva dalla parola araba zabīb che vuol dire "uvetta" o "uva passita".

schiacciata zibibbo

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maggio 13, 2015

  • Ingredienti: per 8 persone

1,5 kg d'albicocche
250 g di latte
80 g di farina
140 g di zucchero
40 g di burro
4 uova
1 limone
un Cucchiaio di liquore
un Pizzico di vanillina
1 ciliegia candita

Premettiamo che grazie  all'alto contenuto di vitamina A e vitamina C in unione con l'abbondanza di potassio e di fibre alimentari, l'albicocca, grazie anche alla sua buona digeribilità, è senza dubbio un frutto con buone proprietà dal punto di vista nutrizionale.

Infatti la sua assunzione è particolarmente indicata per chi ha problemi di anemia o di spossatezza cronica, per le persone convalescenti, per gli anziani e per i bambini nell'età della crescita.

La vitamina A è altresì utile per lo sviluppo delle ossa e per il corretto funzionamento di tutti i tessuti del nostro organismo, mentre, l'alta percentuale di potassio presente nell'albicocca è in grado di prevenire vari disturbi a livello nervoso e muscolare.

Torta fredda di albicocche

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  • Ingredienti: per 8 persone

600 g di frutti di bosco
100 g di zucchero
250 g di zucchero a velo
un bicchiere di Marsala
3 tuorli d'uovo
una Bustina di vanillina
600 g di ricotta
200 g di savoiardi o pavesini
120 g di burro
20 g di gelatina
250 g di panna montata

Una torta fresca e golosa, ideale da gustare alla fine del pasto o come merenda nelle giornate di inizio Estate.

Le fragole erano conosciute già dagli antichi Romani che le apprezzavano non solo per il loro sapore, ma anche per le loro presunte virtù afrodisiache legate alla loro origine divina.

Secondo la leggenda, infatti, il giovane Adone era talmente bello da aver fatto innamorare la dea della bellezza, Venere, che grazie ad alcuni stratagemmi riuscì a farne il suo amante.

Quando il dio Marte, anch’esso amante di Venere, lo venne a sapere, però, pretese di vendicarsi e, dopo essersi trasformato in un cinghiale, attaccò e uccise l’affascinante giovane durante una battuta di caccia. Quando la dea venne a sapere dell’accaduto corse in soccorso del suo innamorato, ma resasi conto di non poter fare più nulla per salvarlo scoppiò in un pianto a dirotto, versando tante lacrime quante erano le gocce di sangue versate da Adone.

Queste, mischiatesi con le lacrime della dea, si trasformarono in tanti piccoli cuori rossi che altro non erano che le fragole che quindi conterrebbero tutta la passione dell’amore di Venere e Adone.

Torta fredda di frutti di bosco

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maggio 12, 2015

  • Ingredienti: e

4 albumi d'uovo
300 g di zucchero


Da bambina ne andavo davvero ghiotta.

Gli schiumini o spumini: dalle mie parti, nelle pasticcerie, le meringhe erano chiamate così.

E c’erano anche gli schiumini rosa, che erano i miei preferiti, sebbene la differenza fosse pressochè inesistente in termini di sapore.

Per cambiare un po’ dal solito, mi piace spolverizzarle di cacao amaro: non ne uso moltissimo, ma quel poco conferisce loro un sapore leggermente meno dolce ed un aspetto davvero carino ed elegante.

Schiumini

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  • Ingredienti: per 4 persone

lardo o olio d'oliva
latte
sale

 

Quando parliamo di street food, raramente ci vengono in mente le tradizioni delle nostre città.

Eppure il “cibo da strada” accompagna le passeggiate nei centri storici da tempi immemori e nel passato era l’unica occasione per concedersi qualcosa di dolce. Delizioso e semplice, come solo una mistocchina può essere.

L’autunno ha sempre inondato le stradine medievali del centro di Ferrara con i suoi odori, tra cui inconfondibile quello delle castagne. E accanto ai caldarrostai, c’erano delle altre figure circondate da un profumo da acquolina in bocca e da bimbi deliziati: le mistocchinaie.

Davanti alla loro piastra e alle file di mistocchine calde pronte da vendere.

Oggi se ne vedono di rado, ma riscoprire questo sapore ferrarese nella nostra cucina è davvero semplice. Per fare le mistocchine, infatti, basta della buona farina di castagne, del latte e dell’acqua e un pizzico di sale. Si mescola fino ad ottenere un impasto sodo, che si modella con le mani a forma di losanga o di ovale allungato. La schiacciatina così ottenuta viene cotta sulla piastra unta con dello strutto.

A seconda dei gusti, la mistocchina si può aromatizzare con anice, mandorla o alchermes oppure la si può servire con composte o creme. Tuttavia, il sapore della mistocchina mangiato per strada in un pungente pomeriggio di fine novembre è inimitabile e purtroppo quasi dimenticato.

mistocchine

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  • Ingredienti: per 4 persone

150 g di pane carasau
300 g di semola
3 uova
1 dl di latte
4 cl d'acqua tiepida salata
olio per friggere q.b.
miele q.b.


Il Pane carasau è un prodotto tipico della gastronomia sarda dalle origini antichissime, tanto che ne sono stati trovati dei resti all’interno dei famosi nuraghi.

Caratterizzato dalla lunga conservabilità, un tempo il pane carasau veniva preparato dalle donne sarde per i pastori che se ne portavano dietro diversi fogli durante i loro viaggi verso i pascoli.

La preparazione di questo pane, che è rimasta ancora oggi quella tradizionale, è molto spettacolare da vedere: dopo aver preparato l’impasto, infatti, questo viene steso in dischi sottilissimi che vengono quindi cotti ad altissima temperatura nel forno a legna, gonfiandosi e prendendo le sembianze di una sorta di palloncini.

Una volta estratte dal forno, queste forme di pane, vengono tagliate longitudinalmente con grande maestria, ottenendo così dei sottilissimi fogli di pane che vengono poi nuovamente infornati per conferirgli la tipica croccantezza del pane carasau.

Lo sapevate che...

Il pane carasau è conosciuto anche come “carta musica” a causa della sua somiglianza con le pergamene su cui venivano scritte le musiche sacre?

Frittelle di pane carasau

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maggio 11, 2015

  • Ingredienti: per 4 persone

200 g di mascarpone
500 g di ciliegie
200 g di zucchero
2 uova
un bicchiere di Rum
un bicchierino d'acqua

In natura esistono due varietà di ciliegi che producono dei frutti profondamente diversi: dal Prunus cerasus, infatti, si ottengono esemplari caratterizzati dal sapore acidognolo che vengono solitamente impiegati nella produzione di sciroppi e marmellate, il Prunus avium, invece, genera ciliegie molto dolci, che vengono solitamente apprezzate come frutta da tavola o utilizzate come ingrediente per diversi dessert.

Queste varietà sarebbero originarie di una zona compresa tra l’Asia Occidentale e l’Africa Settentrionale e, sebbene diversi reperti archeologici attestino la presenza in Europa di ciliegi selvatici già cinquemila anni fa, è piuttosto certo che la sua coltivazione non sia iniziata prima del VII secolo a.C. in Turchia.

Solo nei secoli successivi, quindi, la coltivazione del ciliegio venne esportata in Grecia per poi giungere a Roma soltanto nel I secolo a.C. quando, secondo diverse cronache, il console buongustaio Lucullo, in seguito ad una vittoriosa campagna in Turchia, ne importò una pianta nell’Urbe allo scopo di iniziarne la coltivazione.
Per tutta la durata del Medioevo, però, la coltivazione del ciliegio rimase piuttosto rara e quasi esclusivamente limitata agli orti dei monasteri.

Fu solo a partire dal XVI secolo che l’interesse per la coltivazione di questi alberi andò crescendo e non solo grazie alla bontà dei loro frutti, ma anche per l’alta qualità del loro legno adesso, in particolare, alla fabbricazione di strumenti musicali. Fino alla fine del XIX secolo, quindi, il consumo delle ciliegie rimase un privilegio per pochi, diffondendosi soltanto a partire dal secondo dopoguerra.

Mascarpone con le ciliegie

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  • Ingredienti: per 6 persone

6 uova
150 g di marmellata
3 cucchiai di zucchero

L'omelette è un piatto a base di uova rapidamente cotte con burro e olio in una padella.

È di uso comune piegare l'omelette intorno ad un ripieno che può essere composto da formaggio, erba cipollina, verdura o carne, soprattutto prosciutto.

Spesso all'estero l'omelette viene confusa con la frittata.

La differenza è che l'omelette viene cotta solo da una parte e poi viene ripiegata.

Talvolta, per ottenere una consistenza soffice dell'omelette, vengono impiegati solo gli albumi delle uova, sbattuti con una piccola quantità di latte. In questo modo vengono rimossi il grasso e il colesterolo dei tuorlo.

Omelette alla marmellata1

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  • Ingredienti: per 5 persone

350 g di farina di granoturco di media grana
100 g di zucchero
250 g di farina
150 g di burro o strutto
90 g d'uva passa
70 g di pinoli
un pizzico di lievito
2 uova
un bicchiere di latte fresco
un pizzico di vaniglia
buccia di limone grattugiata

Tra i dolci più tipici della tradizione veneta, perfetti da abbinare con un vino frizzante profumato come il Prosecco della Valdobbiadene, questi biscotti vi conquisteranno con il loro aroma intenso e raffinato.

Gli Zaleti, un tempo dolci tipici del Carnevale, ma ormai consumati durante tutto l’anno, affondano le loro radici nel mondo contadino.

Come tutte le ricette di origine contadina, anche gli Zaleti venivano preparati in modo diverso da ogni massaia che si adattava a prepararli con gli ingredienti a sua disposizione, ma la caratteristica peculiare di questi biscotti è il tipico colore giallo derivante dalla presenza della farina di mais nel loro impasto, un ingrediente presente in praticamente tutte le case contadine nei secoli passati.

Della diffusione dei Zaleti è testimone anche Carlo Goldoni che ne “la buona moglie” del 1749, in uno scambio di battute tra i protagonisti, nomina gli Zaleti come esempio di prodotto economico, dandoci così una conferma indiretta sulla loro origine.

Lo sapevate che...

Gli Zaleti si chiamano così a causa del loro colore giallo? “zaleti”, infatti, è un termine dialettale che vuol dire “gialletti”, piccoli gialli.

zaleti

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  • Ingredienti: per 20 persone

1 kg di farina
500 g di zucchero
4 uova
20 g di lievito in polvere per dolci
buccia di limone grattugiata
latte q.b.
700 g di mandorle
1 tuorlo d'uovo

Croccante e friabile, arricchito dal sapore penetrante delle mandorle, uno dei dolci più antichi mai preparati.

I biscotti sono probabilmente uno dei primi dolci ad essere mai stati preparati dall’uomo.

Confezionati anticamente con farine di ogni tipo, miele ed eventualmente con frutti secchi, questi semplicissimi bocconcini hanno goduto sin dall’antichità di grandi fortune anche grazie alla loro alta conservabilità: se conservati in modo appropriati, infatti, i biscotti possono rimanere commestibili per lungo tempo.

Diverse testimonianze riportano di come una sorta di biscotti fosse preparata già dagli antichi Egizi, dai greci e dai romani.

Questi ultimi, in particolare, preparavano dei dolcetti secchi speziati che servivano al termine dei banchetti per aiutare la digestione.

Se nel Medioevo, poi, la preparazione dei biscotti si diffuse soprattutto nei monasteri, dove non a caso sono state inventate la maggior parte delle tipologie di biscotti odierne, fu solo all’inizio nel XIX secolo che la produzione di biscotti venne industrializzata, grazie all’ingegno di un pasticcere londinese di nome Edward che decise di produrre delle gallette arricchite da burro e zucchero che in poco tempo si diffusero in tutti i salotti non soltanto inglesi, ma europei.

Biscotti caserecci

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