Dolci e dessert non rappresentano certo il cavallo di battaglia della cucina thailandese; alcuni però sono decisamente invitanti, e fra gli ingredienti principali troviamo quasi sempre la frutta e l’immancabile latte di cocco.
Il Khao Niao Mamuang, ad esempio, è un dolce a base di riso bollito nel latte di cocco zuccherato.
La sua consistenza è abbastanza densa, simile a quella di un budino, e viene servito con mango tagliato a fettine.
Il Khanom Thuai è preparato con gelatina di cocco, zucchero e crema, mentre il Sarim contiene spaghettini di farina di legumi, spesso variamente colorati, serviti con latte di cocco e ghiaccio tritato.
Molto apprezzato, anche se decisamente audace nell’accostamento dei suoi gusti, è il Khanom Mo Kaeng, una specie di budino cotto al forno preparato con farina, uova, latte di cocco e zucchero di palma, servito con cipolle dolci fritte.
Molto più convenzionale ed “abbordabile” per i nostri gusti sono infine il Tako (budino aromatizzato al cocco e gelsomino, servito in coppette formate da foglie di pandano (una pianta tropicale simile ad una palma) e il Khanom Tan, una sorta di tortina servita con cocco grattugiato.
Anche dal punto di vista delle bevande la Thailandia non è particolarmente famosa all’estero; comunque, si possono apprezzare diverse varietà di tè, fra le quali il buon Cha Yen (tè freddo), e caffè (come ad esempio l’Oliang, un caffè nero servito anch’esso freddo). Naturalmente, anche il latte di cocco viene servito freddo: si tratta di una bevanda rinfrescante e molto popolare, spesso venduta per strada dai venditori ambulanti.
Tra le bevande alcoliche si può ricordare il Satho, un vino tradizionale a base di riso tipico della regione nordorientale dell’Isan. Anche alcuni tipi di birre vengono prodotti in Thailandia, ma si tratta di bevande poco blasonate come ad esempio la Chan e la Singha.
Fra i superalcolici si possono ricordare il Mekhong Whiskey, prodotto con melassa o zucchero di canna, riso e un misto di spezie ed aromi che, tuttora, rimane segreto.
Non si tratta, dunque, di un whiskey vero e proprio, né le sue origini sono da ricercare nella tradizione locale: la sua produzione industriale cominciò infatti solo negli anni ’40 dello scorso secolo, sotto le spinte dell’innovazione occidentale.
Di ancor più recente introduzione è il Sang Som, una sorta di rum ottenuto dalla distillazione della canna da zucchero. Praticamente sconosciuto al di fuori della Thailandia e prodotto solo a partire dal 1977, il Sang Som in realtà è un rum molto apprezzato dagli esperti del settore: fra il 1982 e il 2006 fu premiato da ben quattro medaglie d’oro assegnate in occasione delle apposite competizioni internazionali dedicate ai superalcolici.
Il Khao Niao Mamuang, ad esempio, è un dolce a base di riso bollito nel latte di cocco zuccherato.
La sua consistenza è abbastanza densa, simile a quella di un budino, e viene servito con mango tagliato a fettine.
Il Khanom Thuai è preparato con gelatina di cocco, zucchero e crema, mentre il Sarim contiene spaghettini di farina di legumi, spesso variamente colorati, serviti con latte di cocco e ghiaccio tritato.
Molto apprezzato, anche se decisamente audace nell’accostamento dei suoi gusti, è il Khanom Mo Kaeng, una specie di budino cotto al forno preparato con farina, uova, latte di cocco e zucchero di palma, servito con cipolle dolci fritte.
Molto più convenzionale ed “abbordabile” per i nostri gusti sono infine il Tako (budino aromatizzato al cocco e gelsomino, servito in coppette formate da foglie di pandano (una pianta tropicale simile ad una palma) e il Khanom Tan, una sorta di tortina servita con cocco grattugiato.
Anche dal punto di vista delle bevande la Thailandia non è particolarmente famosa all’estero; comunque, si possono apprezzare diverse varietà di tè, fra le quali il buon Cha Yen (tè freddo), e caffè (come ad esempio l’Oliang, un caffè nero servito anch’esso freddo). Naturalmente, anche il latte di cocco viene servito freddo: si tratta di una bevanda rinfrescante e molto popolare, spesso venduta per strada dai venditori ambulanti.
Tra le bevande alcoliche si può ricordare il Satho, un vino tradizionale a base di riso tipico della regione nordorientale dell’Isan. Anche alcuni tipi di birre vengono prodotti in Thailandia, ma si tratta di bevande poco blasonate come ad esempio la Chan e la Singha.
Non si tratta, dunque, di un whiskey vero e proprio, né le sue origini sono da ricercare nella tradizione locale: la sua produzione industriale cominciò infatti solo negli anni ’40 dello scorso secolo, sotto le spinte dell’innovazione occidentale.
Di ancor più recente introduzione è il Sang Som, una sorta di rum ottenuto dalla distillazione della canna da zucchero. Praticamente sconosciuto al di fuori della Thailandia e prodotto solo a partire dal 1977, il Sang Som in realtà è un rum molto apprezzato dagli esperti del settore: fra il 1982 e il 2006 fu premiato da ben quattro medaglie d’oro assegnate in occasione delle apposite competizioni internazionali dedicate ai superalcolici.
Se ti è piaciuta la ricetta , iscriviti al feed cliccando
sull'immagine per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del
blog:
Nessun commento:
Posta un commento