Tanti concetti in uno.
Imparare le regole che permettono di mangiare in modo sano ed equilibrato e rispettarle intorno alla tavola di casa, essere attenti a quello che offrono mense, ristorazione e negozi, riconoscere i buoni prodotti, non lasciarsi condizionare all’eccesso dalla pubblicità sono a grandi linee le regole che sommate risultano essere “l’educazione alimentare”. Rispettarle, come per ogni altra disciplina richiede un minimo di impegno e di informazione ma è importante essere coscienti che una sana alimentazione rappresenta il primo, e più semplice intervento di prevenzione a tutela della salute e dell’armonia fisica e che l’abitudine sin dall’infanzia ad un corretto rapporto con il cibo è la premessa per conquistare la così detta “sana e robusta costituzione” ed è fondamentale anche per la serenità del carattere.
Una questione di abitudine.
“L’educazione”, in tutti i sensi, è una questione di abitudine a determinate regole; se, fin da piccoli, si segue un buon esempio, infatti, è facile conservare l’insegnamento anche da adulti. Naturalmente, l’alimentazione non può prescindere dai gusti personali, dall’appetito e dalle necessità che i diversi stili di vita impongono ad ognuno, si tratta dunque di “interpretare” le sue regole, senza che il piacere di mangiare in modo sano si trasformi in un obbligo angosciante o in una mania ossessiva.
Chi ben comincia…
Un rapporto cosciente con il cibo è già in atto ben prima dell’allattamento, quando ancora si è ospiti del pancione materno; il liquido amniotico veicola, infatti, numerosi stimoli chimico-sensoriali che il feto è in grado di percepire. Fin dal secondo trimestre di gravidanza iniziano a funzionare le papille gustative, mentre le strutture responsabili dell'olfatto funzionano dalla trentesima settimana.
La dieta della futura mamma incide sulla composizione del sangue materno e, di conseguenza, influisce sul liquido amniotico, attraverso il quale il feto riceve i diversi stimoli gustativi.
Dopo la nascita, le esplorazioni dell'universo alimentare materno proseguono con l'allattamento. Molti alimenti influenzano il gusto del latte e i bambini riconoscono fin dai primi giorni di vita gli aromi tipici dell'alimentazione materna. E’ curioso che, normalmente, l'aroma di determinati alimenti capaci di modificare il sapore del latte (per esempio l'aglio), non disturbino i neonati la cui madre ha consumato quegli stessi alimenti durante tutta la gravidanza.
Imparare le regole che permettono di mangiare in modo sano ed equilibrato e rispettarle intorno alla tavola di casa, essere attenti a quello che offrono mense, ristorazione e negozi, riconoscere i buoni prodotti, non lasciarsi condizionare all’eccesso dalla pubblicità sono a grandi linee le regole che sommate risultano essere “l’educazione alimentare”. Rispettarle, come per ogni altra disciplina richiede un minimo di impegno e di informazione ma è importante essere coscienti che una sana alimentazione rappresenta il primo, e più semplice intervento di prevenzione a tutela della salute e dell’armonia fisica e che l’abitudine sin dall’infanzia ad un corretto rapporto con il cibo è la premessa per conquistare la così detta “sana e robusta costituzione” ed è fondamentale anche per la serenità del carattere.
Una questione di abitudine.
“L’educazione”, in tutti i sensi, è una questione di abitudine a determinate regole; se, fin da piccoli, si segue un buon esempio, infatti, è facile conservare l’insegnamento anche da adulti. Naturalmente, l’alimentazione non può prescindere dai gusti personali, dall’appetito e dalle necessità che i diversi stili di vita impongono ad ognuno, si tratta dunque di “interpretare” le sue regole, senza che il piacere di mangiare in modo sano si trasformi in un obbligo angosciante o in una mania ossessiva.
Chi ben comincia…
Un rapporto cosciente con il cibo è già in atto ben prima dell’allattamento, quando ancora si è ospiti del pancione materno; il liquido amniotico veicola, infatti, numerosi stimoli chimico-sensoriali che il feto è in grado di percepire. Fin dal secondo trimestre di gravidanza iniziano a funzionare le papille gustative, mentre le strutture responsabili dell'olfatto funzionano dalla trentesima settimana.
La dieta della futura mamma incide sulla composizione del sangue materno e, di conseguenza, influisce sul liquido amniotico, attraverso il quale il feto riceve i diversi stimoli gustativi.
Dopo la nascita, le esplorazioni dell'universo alimentare materno proseguono con l'allattamento. Molti alimenti influenzano il gusto del latte e i bambini riconoscono fin dai primi giorni di vita gli aromi tipici dell'alimentazione materna. E’ curioso che, normalmente, l'aroma di determinati alimenti capaci di modificare il sapore del latte (per esempio l'aglio), non disturbino i neonati la cui madre ha consumato quegli stessi alimenti durante tutta la gravidanza.
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