La forma tradizionale di Stollen – rastremata alle estremità, con una cresta verso il centro – rappresenta il Gesù Bambino avvolto in fasce. Il legame con Dresda è così forte al punto che la città e il dolce sono indissolubilmente legati ed il Dresdner stollen è coperto da indicazione geografica protetta.
Originariamente, nella ricetta non era ammesso il burro, la pasta era insapore. Su richiesta dei panettieri locali Ernest, il principe di Sassonia, e suo fratello Albrecht chiesero Papa di revocare il divieto dell’utilizzo del burro che era in vigore durante l’Avvento. Sua Santità cedette e dichiarò che, dietro pagamento (ahimè), di una piccola tassa, i panettieri Dresda avrebbero potuto usare il latte e il burro nella loro stollen senza commettere peccato e con la benedizione del Signore.
E’ meglio prepararlo qualche giorno prima di consumarlo, conservandolo al fresco, avvolto in alluminio oppure in un telo di lino. Gli aromi si diffondono e il dolce matura regalandoci profumi e sapori deliziosi.
In alcune famiglie, è tradizione fare il segno della croce tre volte con il coltello prima di tagliare il stollen. E’ un dolce da mangiare con le dita. Non va immerso nel caffè e si serve a temperatura ambiente.
Ricetta per persone n.
4
Ingredienti:
100 g di mele disidratate
750 g di farina 00
50 g di lievito di birra
1,5 dl di latte
1 bustina di vanillina
cannella in polvere
350 g di burro
150 g di zucchero
2 tuorli
4 mandorle amare
50 g di mandorle dolci
100 g di scorza candita di arancia e limone
1 limone non trattato
rum
2 cucchiai di granella di zucchero
sale
Preparazione: 1 ora più il tempo di lievitazione + 1 ora e 30’ di cottura.
- Mettete le mele a rinvenire in acqua tiepida aromatizzata con 1 cucchiaio di rum.
- Setacciate la farina sulla spianatoia, aggiungete una presa di sale e formate la fontana.
- Sciogliete il lievito in 2 cucchiai di latte tiepido, versatelo al centro della fontana e, lavorando inizialmente con la punta delle dita, incorporate a poco a poco la farina, la vanillina, 1 cucchiaino di cannella, il latte rimasto, 250 g di burro fuso freddo, lo zucchero e i tuorli.
- Lavorate a lungo ed energicamente l’impasto fino a quando in superficie appariranno delle bollicine.
- Aggiungete le mandorle e i canditi tritati, la scorza di limone grattugiata e le mele, scolate, strizzate e ridotte a pezzettini; continuate a lavorare l’impasto ancora per 10 minuti e, con il matterello, allungatelo e appiattitelo leggermente.
- Disponetelo sulla placca da forno unta con 50 g di burro e lasciatelo lievitare coperto, in un luogo tiepido, per circa un’ora.
- Ripiegate una parte di pasta su quella sottostante, in modo da ottenere la forma caratteristica del dolce, spennellatela con burro fuso freddo e lasciatela lievitare ancora per 20 minuti.
- Spennellate nuovamente con altro burro e cuocete in forno a 175 °C per circa 1 ora e 30 minuti.
- Sfornate, spennellate di burro il dolce caldo e cospargetelo con la granella di zucchero.
- Lasciatelo raffreddare completamente e servite.
Vino consigliato: abbinate con lo stollen il Trentino Moscato Rosa o il Loazzolo.
L’Alto Adige è da sempre una regione dedita alla viticoltura e alla vinificazione; non è certo un caso se i Romani scoprirono proprio in questa terra come conservare il vino in botti di legno anziché in anfore.
L’Alto Adige testimonia l’importanza avuta dai conventi nel corso del Medioevo, quando la viticoltura in questa regione sopravvisse soltanto grazie all’attività dei monaci benedettini e di altre congregazioni religiose. Tuttora alcune abbazie di antichissime origini sono annoverate tra i migliori produttori di vini altoatesini.
La vasta DOC Alto Adige contempla la produzione di un grande vino dolce rosso: il Moscato Rosa Passito.
La zona di produzione di questo eccellente vino da meditazione si concentra soprattutto nei comuni di Caldaro, Appiano, Egna, Termeno, Laives, Magré, Malles, Bolzano, Ora e Cortaccia.
Il Moscato Rosa Passito si ottiene da uve Moscato Rosso (minimo 95%); il vitigno fa parte della numerosa famiglia dei moscati e pare abbia origine greca. In Alto Adige tali uve sono più comunemente chiamate Rosenmuskateller.
Il vino dolce che si ottiene nasce dall’appassimento delle uve, ed è definito Moscato Rosa Passito e deve avere gradazione minima 16%. Il nome Moscato Rosa è un evidente rimando al profumo di rosa che si percepisce nel vino.
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Il sapore dolce di un cibo tende a prevalere, soprattutto nel caso dei dessert. Poiché non esistono vini secchi che possano reggere il confronto con il carattere dolce di un dessert é decisamente meglio assecondare il contenuto zuccherino del piatto e abbinare un vino dolce (concordanza piatto dolce vino dolce).
RispondiEliminaComplimenti stupendo!
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