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novembre 30, 2011




  • Ingredienti: 
250g farina
150g burro
90g zucchero
1 uovo intero
1 tuorlo
buccia di limone grattugiata
marmellata albicocche lamponi


  • Preparazione:
  • Mescolare la farina con lo zucchero, il burro e la buccia di limone.
  • Si impasta bene fino ad avere un impasto sbricioloso e solo a questo punto si aggiungono le uova.
  • Impastare bene ma non troppo.
  • Avremmo cosi un impasto fine che faremo riposare in frigo per una mezz'oretta.
  • A questo punto si stende la pasta e si ricavano i biscotti con un coppapasta grande e uno piccolo per il centro.
  • Si cuociono in forno caldo a 180° per pochi minuti, non devono diventare troppo scuri.
  • Una volta raffreddati si uniscono con marmellata di lamponi o altro.

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novembre 29, 2011


Il pampepato o pampapato, è un dolce di forma lenticolare, tipico del ferrarese, del ternano, della Sabina e della Ciociaria. È composto secondo tradizione da vari alimenti; mandorle, nocciole, pinoli, pepe, cannella, noce moscata, canditi, ricavati anche dalla buccia di arance o cedro, il tutto impastato con o senza cacao, miele, farina, mosto cotto d'uva e cotto al forno (meglio se a legna). Viene solitamente consumato durante le festività natalizie. Un tempo veniva preparato in ogni famiglia con ricette che differivano leggermente una dall'altra, mentre oggi è essenzialmente un prodotto standardizzato.


L'origine del nome è da ricercarsi nella doppia interpretazione Pan del Papato o Pane pepato (cioè speziato: sebbene inizialmente si facesse riferimento alla "nobiltà" dell'alimento, destinato agli altri prelati del tempo, quando il cacao fu considerato afrodisiaco il nome del dolce venne privato di ogni riferimento ecclesiale); entrambe le versioni del nome sono attendibili, legate alle sue origini o ai suoi ingredienti.



  • Ingredienti: per 1 persona.
5 kg di noci
1/2 kg di mandorle
1/2 kg di nocciole
1/2 kg di canditi- 2 etti di pinoli
8 etti di uvetta
7 etti di miele
1 kg di cioccolato fondente
1 confezione di cacao amaro
2 confezioni di cacao dolce
noce moscata, cannella, mistrà, pepe
2 bicchieri di mosto cotto
3 etti di farina
3 manciate di zucchero
caffè

  • Preparazione:
  • Dopo aver tostato Noci, Mandorle e Nocciole in forno, mettere il tutto in un grande recipiente ed aggiungere Pinoli, Uvetta, Cedro e Arancia canditi, Pepe, Cannella, Noce Moscata ed infine la Farina.
  • In un altro recipiente fondere a caldo Miele, Mosto Cotto d'Uva, Cacao Amaro, Cioccolato Fondente e caffè ed aggiungere alla parte fusa quella gia' pronta.
  • Mescolare il tutto e cominciare a formare i Pampepati, panetti dal diametro di 8-10 cm e dal peso di circa 250gr ciascuno bagnandosi le mani con il caffè.
  • Porli in una teglia antiaderente distanti l'uno dall'altro 3cm circa.
  • Lasciare riposare e raffreddare, poi mettere in forno a 180° circa per 20 minuti.
  • Per la migliore degustazione si consiglia di tagliare a piccoli spicchi il Pampepato ed abbinarlo ad un vino Umbro dolce o passito.

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novembre 28, 2011


Gugelhupf o Kugelhupf è un termine usato nella Germania Meridionale, in Austria, in Svizzera, in Tirolo e in Alsazia per indicare un tipo di torta. Nella Repubblica Ceca è chiamato bábovka, in Polonia babka, in Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina e Serbia è chiamato kuglof. In genere ha la forma di un toroide, come una ciambella. Analogamente al dolce Ebreo kugel, la parola “gugelhupf” deriva dal termine Alto tedesco medio “Kugel”, che significa palla o globo.


Un tipo comune di Gugelhupf consiste in un soffice impasto lievitato che contiene uvetta, mandorle e brandy di ciliegia Kirschwasser; alcune varianti contengono frutta candita e noci. Viene cotto in una speciale pentola circolare, che all'inizio veniva fabbricata con ceramica smaltata. Adesso utilizzata per cucinare le torte Bundt. In genere lo si mangia a colazione o durante la pausa caffè.


Fu scelto come dolce che rappresentasse l'Austria al Café Europe, iniziativa della presidenza austriaca dell'Unione Europea per il giorno europeo 2006.


  • Ingredienti: per 1 persona.
500 G Farina
40 G Lievito Di Birra
12 Cl Latte
180 G Burro
120 G Zucchero
1/2 Cucchiaino Sale
1 Grattatina Noce Moscata
1 Limone (scorza Grattugiata)
2 Tuorli D'uovo
3 Uova Intere
100 G Uvetta Sultanina
2 Cl Rum
Burro Per La Teglia
Pangrattato Per La Teglia
16 Mandorle Pelate
Zucchero A Velo Per Guarnire

  • Preparazione:
  • Le dosi indicate servono per uno stampo sagomato di 22 cm di diametro. 
  • Setacciate la farina in una terrina, disponendola a fontana, formate un incavo al centro e mettetevi il lievito di birra sbriciolato. 
  • Fatelo sciogliere col latte tiepido, mescolatevi un po' di farina e fate lievitare il composto ottenuto per un quarto d'ora. 
  • Trascorso il tempo indicato impastate il panetto lievitato col resto della farina e il burro lavorato a spuma insieme alle uova e agli aromi.
  • Lasciate lievitare la pasta per 20-25 minuti, dopodichè incorporatevi l'uvetta, messa a bagno nel rum e scolata. 
  • Fate lievitare nuovamente la pasta, poi trasferitela in uno stampo per gugelhupf, imburrato e cosparso con pangrattato, sul fondo del quale avrete posto le mandorle. 
  • Lasciate lievitare il dolce nella teglia fino a quando avrà raddoppiato il suo volume, quindi passatelo nel forno già caldo (200 gradi) per 45 minuti. 
  • Durante questo tempo controllate il dolce e, se la superficie si scurisse troppo velocemente, copritela con un foglio di carta pergamena ripiegato più volte. 
  • Al termine lasciate raffreddare il Gugelhupf, quindi sformatelo su un piatto di portata e cospargetelo con lo zucchero a velo.

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novembre 27, 2011


Tenuta da sempre segreta  e mai svelata neanche nei libri di ricette, è un dolce tradizionale di Soriano Calabro, e Serra san Bruno.

Il dolce ha origini antichissimi è un intreccio tra storia e leggenda tramandata negli anni da padre in figlio in generazioni.

La leggenda ne assegna la diffusione ad un monaco misterioso, apparso all’improvviso e sparito nel nulla,che li avrebbe offerti generosamente ad una popolazione contadina e povera come quella di Soriano.


Per la storia invece , l’introduzione dei mostaccioli si attribuisce ai monaci certosini del centro di S. Stefano in Bosco vicino Serra S. Bruno.


Poi ai Domenicani del convento appunto di S. Domenico , sorto nel 1510 che hanno insegnato , sostenuto  tra gli artigiani locali l’arte pasticcera, fiorente tra il 600 ed il 700 infatti tante sono di svariate forme riprodotte dai ( mastazzolari) cosi detti quelli che lavorano con le mani un comune impasto.

Le idee che poi vengono trasformate in immagini fantastiche , espressione di vita quotidiana, di oggetti comuni, di leggende, sono simboli del fluire del tempo , della superstizione, di miti di ricorrenze e di culto.


Forme libere , gruppi di animali, figure umane, e religiose.

Una collezione delle forme classiche di questi speciali biscotti è raccolta presso il Museo di Palmi ,il Museo nazionale delle arti e mestieri di Roma. In ogni caso incerta è l’origine dei mostaccioli , forse araba, anche se il nome deriva dal latino “mustacea” antica focacceria nuziale, o forse magno -greca.


Insomma questi fantastici biscotti sono presenti in tutte le fiere, e le sagre della Calabria, arrivano anche in Basilicata, Campania, Sicilia in nord Italia , all’estero,e ovunque risiedono emigrati profondamente legati alla propria terra, ai riti , alle feste patronali, al gusto e al fascino, che con il loro profumo e il loro essere possono trasmettere anche a notevole distanza.


  • Ingredienti: 
1 kg miele
1 1/2 kg farina
250 g di zucchero
8 uova solo i tuorli
acqua

Ingredienti alternativi alla ricetta tradizionale:

250 g di mandorle bianche
1 bichierino da liquore di anice.
1 arancia grattugiata
1 cucchiaino da caffe di bicarbonato

  • Preparazione: 30' + 20' di cottura circa.
  • Setacciate la farina sulla spianatoia, e versatevi una parte di acqua ,e tre di miele, sciolto a bagnomaria di inverno se è cristallizzato. 
  • D’estate si scioglie a freddo. 
  • Si amalgama il tutto con la farina, il miele funziona da dolcificante ed ha proprietà di ammorbidire la pasta che non deve risultare ne troppo molle e ne dura altrimenti può compromettere la buona riuscita dei mostaccioli, poi aiutandovi con un po’ di farina, per lavorare la pasta e i vari pezzi dal piano di lavoro.
  • Per poter realizzare le varie forme ,semplicemente con le mani ,si possono fare diverse figure come pesci, gallo, cavallo, aquila, elefante, palme, esse, paniere con fiori, corolla intrecciata,ecc.
  • Unico elemento decorativo dei pupazzi è la carta stagnola a piccoli pezzetti di colore diverso come rosso, verde, o argento.
  • Una volta completate le forme adagiatele su delle teglie unte di olio oppure su teglie antiaderente.
    I tempi di cottura sono comunque in funzione allo spessore della forma quindi possono variare per le forme più piccole minore sarà il tempo di cottura,per quelle più grandi in generale la cottura e di 20 minuti circa a 180° gradi ,finche diventino dorate in superficie, e importante la cottura a calore moderato per evitare spaccature o lesioni che rendono il prodotto antiestetico,conseguenza proprio delle temperature troppo elevate.
  • A cottura ultimata i biscotti si lasciano poi raffreddare, senza farli piegare, o spezzare.
  • Poi si avvolgono in cellofan per consentire al prodotto croccantezza, e una buona conservazione nel tempo.
  • Infatti si possono conservare per parecchi mesi.

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novembre 26, 2011



Il Pandolce Natalizio un tempo veniva fatto solo con lo zebibbo, un' uvetta non candita di scarsa qualità.

Era un dolce particolare e povero impastato, soprattutto, in occasione del Natale. Era usanza che il più giovane togliesse il ramoscello d'ulivo posto sul pandolce mentre il più anziano tagliava il dolce e lo distribuiva ai presenti.Pandolce Basso detto Antico.

Malgrado il nome non è vero che questo sia il pandolce più antico, in quanto, per tradizione, viene realizzato con lievito chimico che fu inventato solo nel 1850 dal dott. Liebig.Il pandolce genovese risalirebbe, invece, a parecchio tempo prima, perché veniva realizzato con lievito naturale dai fornai genovesi.

La ricetta del Pandolce Nostra Signora della Guardia è attribuita ad un pasticcere che lavorava nel negozio Besagno di Pontedecimo. Tale Bruzzo che dedicò questo dolce alla Madonna della Guardia, famoso santuario caro ai genovesi.

  • Ingredienti: per 4 persone.
1 Kg. di farina per dolci
100 grammi di lievito di birra
1/2 bicchiere circa di latte tiepido
200 grammi di burro
250 grammi di zucchero
250 grammi di uvetta sultanina
100 grammi di zibibbo
50 grammi di zucca candita
50 grammi di cedro candito
100 grammi di pinoli
2 dl. di acqua di fior d'arancio.

  • Preparazione: 30' + 60' di cottura
  • Impastare la farina con il lievito di birra diluito in latte, il burro sciolto a bagnomaria,
    lo zucchero e l'acqua di fior d'arancio. 
  • Lavorate il tutto con forza per ottenere una pasta morbida e ben amalgamata; aggiungete quindi tutti gli altri ingredienti lavorando la pasta per una buona mezz'ora. 
  • Raccoglietela a palla, copritela con un tovagliolo e lasciatela lievitare per 12 ore in un luogo tiepido. 
  • Mettere la pasta in una teglia imburrata e infarinata, fatevi nel mezzo 3 tagli a forma di triangolo e
    passate in forno caldo (180°) per un'ora.
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novembre 25, 2011

La bisciola è un dolce tipico del periodo natalizio della Valtellina, che in molti chiamano anche panettone valtellinese, infatti le somiglianze con il più famoso dolce di Natale ci sono, anche se a dire il vero non sono poi così eclatanti.

  • Ingredienti: 
2 etti di farina bianca
mezzo etto di farina di segale
10 noci
5 fichi secchi
lievito di birra
50 grammi di uvetta
30 grammi di zucchero
20 grammi di burro
1 cucchiaio di miele
1 tuorlo d’uovo
sale

  • Preparazione: 30'
  • Per prima cosa dobbiamo unire i due tipi di farina con il lievito e l’acqua, in modo da andare a creare una pasta con una buona consistenza. 
  • Fatto questo, il passo successivo è quello di unire i principali ingredienti tra di loro: i fichi e l’uvetta fatti ammorbidire in acqua insieme alle noci ed allo zucchero.
  • Una volta fatto anche questo uniamo l’impasto a quest’ultimo mix creato, e lavoriamo con le mani la pasta finchè non abbiamo un impasto bello solido.
  • La lievitazione è fondamentale per la riuscita del dolce; dopo aver dato forma alla bisciola la mettiamo a lievitare, una volta lievitata mettiamo in forno per 40-50 minuti.

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novembre 24, 2011

In Europa e in America è consuetudine preparare particolari dolci natalizi.

In Italia esiste una vasta gamma di preparati casalinghi, artigianali ed industriali che ci accompagnano alla festività del Natale, con una diversificazione per regioni, province e perfino comuni; inoltre, lo stesso dolce acquisisce, secondo i luoghi, i nomi più disparati.


Torte:

  • Certosino di Bologna (o panspeziale); la sua origine è molto antica e sembra che il nome derivi dai farmacisti (o "speziali") che per primi lo produssero. In un secondo tempo furono i frati certosini a prendersi carico della sua produzione;
  • Crescenzin, Piemonte;
  • i Christstollen (Stollen di Natale), originari di Dresda e già citati nel 1400;
  • Galette des rois, diffusa nel nord della Francia e in Belgio, è caratteristica dell'Epifania (i "re" rois nel nome si riferisce ai Re Magi). Si serve decorandola con una coroncina di cartone;
  • Frustenga, Marche e Umbria (non tipicamente natalizio);
  • Gugelhupf, tipico dell'Austria (non tipicamente natalizio);
  • Mecoulin, Val d'Aosta;
  • Pampepato, tipico di Ferrara;
  • Pandolce, tipico della provincia di Genova, si divide nella varianti alta e bassa; a Campomorone esiste nella variante Panmorone con farina di castagne;
  • Pandoro, della zona di Verona, ora diffuso in tutta Italia;
  • Veneziana, sempre tradizionale di Milano, simile a un panettone glassato ma senza né uvetta né canditi;
  • Panforte, tipico di Siena, è composto da frutta candita, miele, zucchero e spezie;
  • Pangiallo, Lazio (non tipicamente natalizio);
  • Panpepato, Terni;
  • Parrozzo, tipico dell'Abruzzo, Pescara;
  • Pasticciotto e Fruttone, tipici del Salento;
  • Zelten trentino, Trentino, a differenza dello Zelten altoatesino è più povero, contenente una maggior quantità di pasta che di frutta secca;
  • Südtiroler Zelten, Alto Adige, ricco dolce composto di frutta secca legato da poca pasta;
  • Buchteln, Alto Adige, pane dolce cotto al forno, ripieno di marmellata e cosparso di zucchero e salsa alla vaniglia;

Biscotti.

  • Zwieback, di origine svizzera.
  • Papillote, di Lione.
  • Ricciarelli senesi.
  • Pupurati pugliesi.
  • Crustoli pugliesi.
  • Mustacciuoli prendono il nome dal mosto che i contadini anticamente usavano per renderli più dolci; I Susamielli a forma di 'S' venivano impastati con del miele liquido; I Divinamorea a base di pan di Spagna ricoperto di colorata glassa rosa traggono il nome dalle Religiose dell'omonina comunità di clausura; Il Roccocò a forma di ciambella, dal francese rocaille per la barocca e rotondeggiante forma di conchiglia; tutti biscotti della tradizione di Napoli.
  • Spitzbuben dell'area germanica, tipici anche in Alto Adige.
  • Lebkuchen dell'area germanica, tipici anche in Alto Adige, talvolta ripieni di marmellata o noci o a forma di Nikolaus e Krampus.
  • Pepatelli tipici dell'Abruzzo, presentano un forma allungata.

Dolci fritti.

  • Palline fritte con miele e zuccherini:
  • Struffoli in Campania
  • Cicirata in Basilicata
  • Purceddhuzzi in Puglia
  • Sannacchiudere a Taranto

  • Pallottole fritte, talora ripiene:
  • Castagnole dell'Italia centrale
  • Cecamarini nel Lazio
  • Pettole dolci in Puglia

Pasta sfoglia schiacciata, arrotondata e fritta:
  • Cartellate in Puglia
  • Crespelle nel Lazio
  • Kiachln in Alto Adige (frittelle tonde con una conca al centro da riempire con marmellata)

  • Pasta sfoglia tagliata a nastri e fritta:
  • Cenci, Chiacchiere, Frappe secondo le varie regioni d'Italia

Pasta sfoglia tagliata a nastri, fritta e con miele:
  • Carteddàte in Puglia

Pudding, budini.

  • Christmas pudding, classico dolce inglese di Natale.

Torroni e similari.

  • La cupeta specialità di varie regioni del sud (Puglia, Calabria..),
  • Il torrone è composto di albume d'uovo e miele, farcito con mandorle o nocciole.

  • Il nocciolato ed altri torroni di cioccolato, sono sostanzialmente delle enormi barrette. Che non si tratti di un dolce tradizionale, si deduce dalla difficoltà della manipolazione casalinga del cioccolato, che richiede apposite macchine chiamate temperatrici per essere mantenuto alla corretta temperatura.

  • Altri torroni ripieni dei più svariati ingredienti (Pan di Spagna, chicchi di caffè, liquori) sono variazioni sul tema presentate dall'industria, spesso sulla base di antiche ricette artigianali.

  • Croccanti: sono dolci preparati con mandorle o nocciole tritate, cosparse di zucchero fuso e caramellate in casseruola; il tutto viene poi tagliato in barrette rettangolari.

  • Torroncini e Croccantini sono la versione monodose dei precedenti.

  • Mostaccioli calabresi o Mustazzoli pugliesi: sono piccoli dolci romboidali, a base di farina, miele, frutta secca, spesso ricoperti da una glassa di zucchero o cioccolato; moltissime le varianti regionali.

  • La Cubaita, torrone siciliano fatto con sesamo e miele.
  • Sfogliatelle: sfoglia sottile con dentro cioccolata, marmellata, frutta secca sminuzzata. Arrotolate a girella. Dolce tipico della zona Nord-barese





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