Amministrativamente unite, l'Emilia e la Romagna hanno tradizioni, usi alimentari e culinari in diversi casi differenti.
Anche se la fama di opulenza e curialità della cucina emiliana viene a volte considerata «convenzione, mito gastronomico e non verità alimentare» (come scrisse il forlivese Piero Camporesi), non c'è dubbio che la cucina romagnola è in confronto, assai più semplice e ruvida: «di gusto primitivo, quasi di fondo barbarico».
Bustrengo, bostringo o castagnaccio - a base di farina di castagne, uvetta e pinoli
Ciambella
Ciambellone
Crostata
Fave dei morti - all'anice
Mantovana
Migliaccio - dolce a base di sangue di maiale
Pagnotta pasquale
Panina
Piada dei morti (a Rimini)
Saba
Savor
Scroccadenti
Sfrappole
Zuppa inglese
Miacetto - dolce tipico di Cattolica
Ricerca personalizzata
Il bustrengo è un dolce tipico della Romagna, ma anche le Marche ne rivendicano la paternità. La sua origine è fatta risalire al paese di Borghi, sulle colline di Cesena e la sua ricetta permane avvolta dal mistero, perché tenuta, si dice, parzialmente segreta dalle famiglie del luogo. Ogni massaia, fondamentalmente, ha la sua ricetta e abbina diversamente i vari ingredienti: quelli base sono farina bianca e gialla, frutta secca (mandorle, fichi, noci), miele, scorza di limone e di arancia, uvetta, mele, latte, uova, burro e vino.
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